sabato 24 luglio 2021

Sulla utilità dell'esperienza

 




Giovanni Meli, l'Abbati

Favole Morale

XLI - LU CUNVITU DI LI SURCI



INDICE FAVOLE MORALI


LU CUNVITU DI LI SURCI                                           IL BANCHETTO DEI SORCI

 

Un surci di àutu rangu, pirchì natu                         Un sorcio di alto rango, perché nato

Supra di un campanaru, essennu un jornu            sopra un campanaro, essendo un giorno

Scinnutu a terra, vidi in un fussatu                       sceso a terra, vide in un fossato

Tanti autri surci a un munnizzaru attornu.           tanti altri sorci ad un immondezzaio attorno.

Li compianci dicennu: “Oh miserabili!”                 Li compiange dicendo: “Oh miserabili!”

Dipoi ci parra cu maneri affabili:                            Dopo gli parla con maniere affabili:

 

“Ci pinsiriti a ripulirvi! E quannu?                       “Ci penserete a ripulirvi! E quando?

Pirchì abitari in lochi sporchi e bassi,                 Perché abitare in luoghi  sporchi e bassi,

L'aria chiù impura sempri respirannu?                l’aria più impura sempre respirando?

Sollevativi. E ogn’unu si spicchiassi                      Sollevatevi. E ognuno si specchiasse

In mia, chi staju unni ogni ventu batti,                 in me, che sto dove ogni vento batte,

Sicuru anchi da trappuli e da gatti.                      sicuro anche da trappole e da gatti.

 

E pri farvi vidiri ch'è lu veru                                 E per farvi vedere che è il vero

Quantu dicu, v'invitu pri dumani,                       quanto dico, v’invito per domani

Quannu lu suli è sutta st'emisferu,                      quando il sole è sotto l’emisfero,

A cenari cu mia tra li mei tani,                              a cenare con me tra le mie tane,

Si avriti lu coraggiu appiccicari                             se avrete il coraggio arrampicare

Dda turri o agugghia, chi a menz'aria pari.        quella torre o guglia, che a mezz’aria pare.

 

Li surci ci accunsentinu, e cuntentu                   I sorci acconsentono, e contento

Si parti ogn’unu, e a disiari attenni                    si parte ognuno, e desiderando attende

L'ura prefissa di l'appuntamentu                        l’ora fissata dell’appuntamento

Pr'interveniri a stu invitu sollenni.                     per intervenire a questo invito solenne.

Multi però, di umuri chiù baggianu,                  Molti però, di umore più fastoso,

Nun ci vonn'iri cu li manu in manu:                   non ci vogliono andare con le mani in mano:

 

Ma cui ci porta crusti di furmaggiu,                  ma chi porta croste di formaggio,

Cui tozza duri, cui castagni e nuci,                   chi pane duro, chi castagne e noci,

Cui ficu sicchi pri lu cumpanaggiu,                  chi fichi secchi per il companatico,

E cui di turti muddicheddi duci.                        e chi di torte mollichelle dolci.

Cussì tutti a lu tempu stabilitu                           Così tutti al tempo stabilito

Si ficiru truvari a lu cunvitu.                               si fecero trovare al banchetto.

 

Lu Baruneddu di lu campanaru                         Il Baronetto del campanaro

Muntatu in cirimonia li ricivi;                           montato in cerimonia li riceve;

L'introduci a traversu di un sularu                     l’introduce attraverso di un solaio

Supra di un curniciuni, unni giulivi                   sopra di un cornicione, dove giulivi

Vidinu stisi comu in un tirrazzu                        vedono stesi come in un terrazzo

Pani, lardu, prisuttu, acci e tumazzu.             pane, lardo, prosciutto, sedani e formaggio.

 

Li cunvitati stupefatti ammiranu                       I convitati stupefatti ammirano

Lu situ, la viduta, la eminenza,                          il sito, la veduta, la eminenza,

Mettinu a passiaricci e respiranu.                      mettono a passeggiarci e respirano.

Finalmenti a lu tàffiu poi si penza;                    Finalmente al mangiare si pensa;

Si alliffanu li mussi, e dannu saccu                   si allisciano i musi, e danno sacco

Pri fari allegri di dda robba smaccu.                 per fare allegri di quella roba smacco.

 

Mentri sù tra lu megghiu di lu spassu,              Mentre sono nel meglio dello spasso,

Lu sagristanu li campani sona;                          il sagrestano le campane suona;

Li surci, nun avvezzi a ddu fracassu,                i sorci, non avvezzi a quel fracasso,

Nun sannu si sù fulmini o sù trona;                  non sanno se sono fulmini o sono tuoni;

Ci pari chi lu munnu si sprofunni,                    ci pare che il mondo si sprofondi;

E lu spaventu li sturdi e cunfunni.                    e lo spavento li stordisce e li confonde.

 

Lu Baruni à la vogghia di gridari:                       Il Barone ha voglia di gridare:

“Nun vi scantati ch'è cosa di nenti!”               “Non vi spaventate ch’è cosa di niente!”

Si sgargia indarnu, nun li pò frinari,                  si sfiata indarno, non li può frenare,

Lu rimbumbu è lu sulu chi si senti;                   il rimbombo è il solo che si sente,

Chiddi attirruti currinu a tantuni                       quelli atterriti corrono a tentoni

Precipitannu da lu curniciuni.                             precipitando dal cornicione.

 

Lu surci di lu locu si dispiaci                               Il sorcio del luogo si dispiace

Pri 'un aviri previstu sta frittata:                       per non avere previsto questa frittata:

“Ma eu nun ci culpu”, dici, e si dà paci;             “Ma io non ho colpa”, dice, e si dà pace;

Mancia e si godi la campaniata.                        mangia e si gode la scampanata.

Lu tradutturi è terminatu ccà, (1)                      Il traduttore ha terminato qua,  (1)

Ed eu ci agghiunciu sta moralità:                      ed io ci aggiungo questa moralità:

 

L'esperienza ni fa dotti, e l'armi                        l’esperienza ci fa dotti, e l’armi

Ni sumministra a reggiri custanti                     ci somministra per reggere costanti

Contra li colpi di li fausi allarmi,                       contro i colpi dei falsi allarmi,

E n'insigna a distinguirli a l'istanti                    e c’insegna a distinguerli all’istante

Da li veri periculi; e di fatti                                 dai veri pericoli, e difatti

Utili è all'omu, a cani, a surci e a gatti.           utile è  all’uomo, a cani, a sorci e a gatti.

 

Nota

1)      Il traduttore è il Vecchione di cui parla Meli nella prefazione alle Favole Morali.

 

Campanile della Chiesa di Santo Stefano a Geraci Siculo


INDICE FAVOLE MORALI


TRE LIBRI SU GIOVANNI MELI - L'Abati


L'ORIGINI DI LU MUNNU -  Poema ironico sull’origine del mondo di Giovanni Meli  l'Abate - In Siciliano e traduzione in Italiano a fronte - Nella originale edizione del 1814 curata dallo stesso Poeta, con le ottave postume ritrovate da Agostino Gallo, con tutte le note filosofiche dello stesso Giovanni Meli, con le note di traduzione delle più difficili parole siciliane, con le note biografiche su Meli e su come nacque questa straordinaria opera, con un disegno di Giove creatore di Dafne Zaffuto - € 12,00 pag. 150 ordinabile tramite   I BUONI CUGINI EDITORI

https://www.ibuonicuginieditori.it/store/product/giovanni-meli-lorigini-di-lu-munnu-poemettu-berniscu



In occasione del bicentenario di Giovanni Meli 1815 – 2015 - In un solo volume:
 il romanzo "L'Abate Meli" di Luigi Natoli
"Giovanni Meli – Studio critico" di Luigi Natoli
tutte le poesie che Luigi Natoli inserì nel trattato "Musa siciliana". 
E in Appendice  tante poesie di Giovanni Meli con testo italiano a fronte a cura di Francesco Zaffuto. 
Il volume di 730 pagine al prezzo di € 25,00 –  può essere richiesto alla casa editrice 
al prezzo scontato di € 21,30 -  qui sotto il link per l’ordinazione




L’ACEDDI

il libro con le favole di Giovanni Meli sugli uccelli – poesie siciliane con traduzione in italiano a fronte di Francesco Zaffuto -  pag. 103  - € 10,00 - ordinabile direttamente alla casa editrice al 

Nessun commento:

Posta un commento

grazie per il commento che andate ad inserire - la redazione si riserva di cancellare commenti di pubblicità, e quelli che possano contenere offese a terzi o appelli alla violenza