Chi vuole nascondere le sue malefatte ama le tenebre
La luce rischiara i corpi
e la scienza rischiara le anime.
ANIMALI NOTTURNI E GIOVI ANIMALI NOTTURNI E GIOVE
Lupi, vulpi ed autri bestii di rapina, Lupi, volpi ed altre bestie di rapina,
Uniti a li jacobi e a varvajanni, uniti ai gufi e barbagianni,
Facianu istanza a Giovi ogni matina facevano istanza a Giove ogni mattina
Contra di Febbu, pirchì in terra spanni (1) contro Febo; perché in terra spande
Tanta luci, pri cui vennu obligati tanta luce, per cui vengono obbligati
Starisi in grutti e tani 'ncrafucchiati; a stare in grotte e tane ben nascosti;
E chi l'està ci robba li megghiu uri e che l’estate gli ruba le meglio ore
Di scurriri li campi, e di circari per scorrere i campi, e cercare
Da cavaleri erranti l'avventuri: come i cavalieri erranti l’avventure:
Conchiudevanu in fini chi cui fari concludevano in fine che chi volle
Vòsi la luci putia farni a menu, fare la luce ne poteva fare a meno,
Bastannu di la notti lu serenu. bastando della notte il sereno.
Giovi primu usau flemma, finalmenti Giove primo usò flemma, finalmente
Stancu da tanti istanzi bestiali stanco di tante istanze bestiali
Ci dici: “Virgugnativi, insolenti, gli dice: “Vergognatevi, insolenti,
Chi siti sutta assai di l'autri armali; che siete sotto assai degli altri animali;
Pirchì la luci a vui nun torna a versu, perché la luce a voi non torna a verso,
Ni vuliti privatu l'universu? ne volete privato l’universo?
Comu si vidirianu senza luci Come si vedrebbero senza luce
L'opiri mei magnifici ed esatti? l’opere mie magnifiche ed esatte?
Cui li viventi avviva? Cui produci, Chi i viventi avviva? Chi produce,
Cui fecunda li campi? O siti matti, chi feconda i campi? O siete matti,
O furbi, chi timiti a chiaru lumi o furbi, che temete a chiaro lume
Esponiri li vostri rei costumi.” esporre i vostri rei costumi.”
Quannu mi si accurdassi la licenza, (2) Quando mi si accordasse la licenza,
Dirria: chi si la luci è ‘na sustanza direi, che se la luce è una sostanza
Chi rischiara li corpi, la scienza che rischiara i corpi, la scienza
Rischiara l'almi, e ottenebra ignoranza. rischiara le anime, e ottenebra ignoranza.
Cu da saggiu si regula e conduci, Chi da saggio si regola e conduce,
Scurri francu, tra l'una e l'autra luci. scorre franco, tra l’una e l’altra luce.
Note
1) Febo (Apollo) – divinità che guida il carro del sole e spande la luce dall’alba al tramonto.
2) Spesso nelle Favole Meli ha fatto riferimento al Vecchione (della prefazione)
che ha tradotto il libro, ed ha sempre premesso o precisato che non aggiungeva
nulla di suo; in questa favola, dopo l’intervento di Giove che sgrida gli animali
notturni, Meli si affaccià chiedendo licenza di dire qualcosa: e in pochi versi
esprime un punto essenziale del pensiero
illuminista.
Gufo – immagine da sito riportato
TRE LIBRI SU GIOVANNI MELI - L'Abati
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