martedì 6 luglio 2021

La BUCOLICA - L'INVERNU - IDILLIO VIII

 


GIOVANNI MELI

La Bucolica

L'INVERNU

IDILLIO VIII

Attorno al fuoco

L'uccisione del maiale

L'arrivo di Ninfe e Pastori

Festa d'inverno

URANIU CANTA

LA BUCOLICA di G. Meli INDICE PARTI

Al solo scopo di meglio rintracciare le parti di questo lungo Idillio VIII - Uraniu canta 

abbiamo posto dei titoli:

Attorno al fuoco

L'uccisione del maiale

L'arrivo di Ninfe e Pastori

Festa d'inverno

e infine la parte Uranio Canta - come indicata nel testo.

IDILIU VIII                                               IDILLIO VIII

 

Era già la stagiuni, in cui lu suli                           Era già la stagione, in cui il sole

Guardannuci a traversu e a la sfuggita,            guardandoci a traverso e alla sfuggita,

Lassa li nostri campi abbannunati                     lascia i nostri campi abbandonati

A li chiù lunghi notti e a li riguri                         alle più lunghe notti e ai rigori

Di nivi e di jilati;                                                    di neve e di gelate;

Mentri in rigidu aspettu e minacciusu             mentre in rigido aspetto e minaccioso

L'aria, lu celu e li superbi venti                          l’aria, il cielo e i superbi venti

dichiaranu la guerra a li viventi.                        Dichiarano la guerra ai viventi.

 

Omini,  e Bruti, Feri, Oceddi, Inzetti,  (1)        Uomini, e Bruti, Fiere, Uccelli, Insetti,

Timidi e rannicchiati, o in mura o in tani,        timidi e rannicchiati, o in mura o in tane,

O in cavi trunchi d'arvuli robusti,                      o in cavi tronchi di alberi robusti,

O tra li vini  di la matri Terra,                              o tra le vene della madre Terra,

O in caverni o tra grutti o tra capanni               o in caverne o tra grotte o tra capanni

Ni tìminu li danni;  e di rinforzi,                         ne temono i danni; e di rinforzi,

E di ripari chiù tinaci e spissi                              e di ripari più tenaci e spessi

Armanu li ricoveri, e se stissi.                            armano i ricoveri, e se stessi.

 

Attorno al fuoco

 

Cusì mentri cui vivi e cui respira,                             Così mentre chi vive e chi respira,

Pri cautilarsi da lu denti acutu                                 per cautelarsi dal dente acuto

Di lu friddu ‘nimicu e di la fami,                              del freddo nemico e della fame,

Spiega in propriu vantaggiu industria ed arti;      spiega in proprio vantaggio industria ed arte;

Muntànu  Vecchiu saggiu,  e vigilanti,                   montano Vecchio saggio, e vigilanti,

Sidutu in menzu di la sua Capanna                        seduto in mezzo della sua Capanna

‘Ntra li Figghi, li Nori e li Garzuni,                           tra i Figli, le Nuore e i Garzoni,

S'appoja ad un vastuni;  e alzannu un pocu         s’appoggia ad un bastone; e alzando un poco

La facci veneranna :  Ottanta, dissi,                       la faccia veneranda: Ottanta, disse,

Inverni uguali a chistu, ànnu concursu                  inverni uguali a questo, hanno concorso

A fari, ch'in bianchizza la me testa                         a fare, che in bianchezza la mia testa

Cuntrasti cu li fardi di la nivi                                   contrasti con i cumuli della neve

Stisi supra sti munti a nui d'intornu;                     stesi sopra questi monti a noi d’intorno;

Mastru d'esperienza a la mia menti                     mastro d’esperienza alla mia mente

Ognunu di st'inverni m'à nzignatu                        ognuno di questi inverni  mi ha insegnato

Li mezzi a providiri a li fururi                                 i mezzi per provvedere ai furori

Di li soi successuri; acciocchì quannu                  dei suoi successori; acciocché quando

La terra oppressa sutta nivi e ghìazzi,              la terra oppressa sotto neve e ghiacci,

Ni nega tuttu, sterili e diserta,                          ci nega tutto, sterile e deserta,

Binidicennu allura li ben sparsi                         benedicendo allora i ben sparsi

Suduri, e li passati mei travagghi,                     sudori, e i passati miei lavori,

Mi riposu a lu focu;  facenn'usu                        mi riposo al fuoco; facendo uso

Di l'ammassati a li felici jorna                            delle provviste ammassate nei giorni

Provisioni; chiù di gemmi e d'oru                     felici; più di gemme e di oro

Utili e necessarii a la vita.                                  utili e necessarie alla vita.

 

Chistu è lu tempu in cui providu e saggiu     Questo è il tempo in cui provvido e saggio

Giovi, chi tuttu regula,  e guverna                  Giove, che tutto regola, e governa

La larga di l'està profusioni                              la larga profusione dell’estate

Cu li bisogni equilibrannu, esattu                   equilibrandola con i bisogni, esatto

Riduci tuttu ‘ntra lu so liveddu.                       riduce tutto nel suo livello.

 

Putiti ora vidìri a quali oggettu                        Potete ora vedere per quale motivo

Lu vecchiu ( a cui lu tempu già passatu           il vecchio ( a cui il tempo già passato

È specchiu chi rifletti lu futuru)                        è specchio che riflette il futuro)

Cumula e sarva.  Grazii dunqui a Giovi,          cumula e conserva … Grazie dunque a Giove,

(Chi a mia la menti, a vui reggi li forzi;           (che a me regge la mente, a voi le forze;

E li fatti di l'omu tra la terra                             e per i fatti dell’uomo  tra la terra

Di beni abbunda). Già tuttu è provistu,          di beni abbonda). Già tutto è previsto,

E a sustiniri lu crudili assaltu                            e a sostenere il cridele assalto

Di lu friddu e la fami;  ànnu lu fenu                 del freddo e la fame;  hanno il fieno

A zibeffu  li voi dintra li staddi;                        a volontà i buoi dentro le stalle;

Li vacchi e li viteddi tra li grutti                       le vacche e i vitelli tra le grotte

Hannu la parti sua; pècuri e crapi                   hanno la parte sua; pecore e capre

Sunn'anchi a lu cuvertu, e pri ristoru,             sono anche al coperto, e per ristoro,

Ultra di la frascami e la ramagghia,                 oltre della frascame e la ramaglia,

Abbunnanu di pàmpini e di pagghia;             abbondano di pampine e di paglia;

A lu riddossu,  sutta li pinnati,                        al ridosso, sotto le tettoie,

Scaccianu favi ed òriu  li jumenti;                   rosicano fave ed orzo le giumente;

E lu sceccu agnunatu  in un cantiddu,            e l’asino nascosto in un cantuccio,

Si rùsica suliddu                                                 si rosica solitario

Di li putati vigni li sarmenti.                             Delle potate vigne i sarmenti.

Si ci à datu lu scagghiu a li palummi.             Si è data la mondiglia alle colombe,

L'innieddi   lu gaddu e li gaddini                    i tacchini. Il gallo e le galline

Mmenzu di lu vinazzu e lu fumeri                 in mezzo alle vinacce e al letame

Ponnu a piaciri so scavulijari;                         possono a piacere razzolare;

L'anatri e l'ochi l'ànnu a vidir'iddi,                 le anatre e le oche se la vedono loro,

Chi scialanu tra l'acqui e li ciumari.                che scialano tra l’acque e le fiumare.

L’uccisione de maiale

 Ora pinzamu a nui : prima di tuttu (3)              Ora pensiamo a noi : prima di tutto

Mittemu ligna sutta lu quadaru,                        mettiamo legna sotta la caldaia, 

Si fazzi allegra vampa a riscaldari                      si faccia allegra fiamma a riscaldare

L'acqua ch'è dintra, nui chi semu attornu       l'acqua ch'è dentro, noi che siamo attorno

E la capanna tutta. Ora è lu tempu,             e la capanna tutta. Ora è il tempo,

Ch'unu di li dumestici animali                        che uno dei domestici animali

Mora pri nui, ma mi dirriti: Quali ?               muoia per noi, ma mi direte: Quale ?

Lu voi,  la vacca,  l'asinu,  la crapa                Il  bue,  la vacca,  l'asino,  la capra

Su’ stati sempri a parti tuttu l'annu             sono stati sempre in aiuto tutto l'anno

Di li nostri travagghi, e ‘na gran parti          dei  nostri lavori, e una  gran parte

Duvemu ad iddi di li nostri beni;                   dobbiamo ad essi dei nostri beni;

Vi pari, chi sarria riconoscenza,                    vi pare, che sarebbe riconoscenza,

Digna di nui, ‘na tali ricompenza ?              degna di noi, una tale ricompensa ?

 

Ma lu porcu ? lu porcu è statu chiddu        Ma il porco ? il porco è stato quello

Chi a li travagghi d'àutri ed a li nostri,        che ai lavori d'altri ed ai nostri,

È statu un' uziusu spittaturi;                         è stato un ozioso spettatore;

Anzi abusannu di li nostri curi,                     anzi abusando delle nostre cure,

Mai s'è dignatu scòtiri lu ciancu                  mai s'è degnato  scuotere i fianchi

Da lu fangusu lettu,  a proprij pedi            dal fangoso letto,  ai  propri piedi

Aspittannu lu cibu, e cu arruganza             aspettando  il  cibo, e con arroganza

Ni sgrida di l'insolita tardanza.                    ci sgrida di insolita tardanza.

Chistu chi nun cunusci di la vita,                 Questo  che non conosci della vita,

Chi li suli vantaggi, e all'autri lassa             che i soli vantaggi, e agli altri lascia

Li vuccuni chiù amari, comu tutti                i  bocconi più amari, come tutti

Fussimu nati pri li soi piaciri,                          fossimo nati per i suoi piaceri,

Chi immersu tra la vili sua pigrizia,               che immerso tra la vile sua pigrizia,

Stirannusi da l'uno e l'autru latu,                   stirandosi da l'uno e l'altro lato,

Di li suduri d'àutro s'è ingrassatu;                   dei sudori d'àltro s'è ingrassato;

Sì, chistu mora, e ‘ngrassi a nui: lu porcu      sì, questo muoia, e ingrassi a noi: il porco

Lu vili,  lu putruni …                                           il vile,  il poltrone …

Sì:  l'ingrassatu a costu d'autru mora.          Sì:  l'ingrassato a costo d'altro muoia.

 

Lettu già lu prucessu e proferuta,               Letto già il processo e proferita,

Fra lu cumuni applausu e la gioja,              fra il comune applauso e la gioia,

La fatali sintenza; attapanciatu,                  la fatali sentenza; abbrancato,

Strascinatu, attaccatu,  stramazzatu            strascinato, attaccato,  stramazzato

Fu lu porcu a l'istanti; un gran cuteddu       fu  il porco a l'istante; un gran coltello

Sprufundannusi dintra di la gula,                 sprofondandosi  dentro  la gola,

Ci ricerca lu cori, e ci disciogghi                   gli ricerca il cuore, e gli discioglie

Lu gruppu di la vita, orrenni grida,             il  nodo della vita, orrende  grida,

Gemiti stripitusi, aria ed oricchi                 gemiti strepitosi, aria ed orecchie

Sfardanu,  e a li vicini e a li luntani,            lacerano,  e ai vicini e ai lontani,

Ed anchi fannu sentiri a li stiddi                 ed anche fanno sentire  alle stelle

La grata nova di lu gran maceddu.            la grata novella  del  gran macello.

 

Saziu già di la stragi lu cuteddu,                   Sazio già della strage il coltello,

Apri, scinnennu, spaziusa strata                   apre, scendendo, spaziosa strada

A lu sangu e all’anima purcina:                      al  sangue e all’anima porcina:

L’unu cadennu dintra lu teneddu,                 l’uno cadendo  dentro  la  tinozza,

Prumetti sanguinazzi, e l’autra scappa, (4)  promette sanguinacci, e l’altra scappa,

E si disperdi  in aria ‘ntra li venti.                  e si disperdi  in aria tra i venti.

O, comu è fama, passa ad abitari (5)           O, come è fama, passa ad abitare

Dintra lu corpu di un riccuni avaru,             dentro il corpo di un riccone avaro,

Giacchì nun potti in terra ritruvari              giacchè non poté  in terra ritrovare

Chiù vili e schifusu munnizzaru.(6)              più  vile e schifoso mondezzaio.


L’arrivo di Ninfe e Pastori

A li strepiti intantu,  ed a li vuci,                        Agli strepiti intanto, ed alle voci,

E multu chiù a lu ciàuru di lu grassu,                e molto più all’odore del grasso,

L'abitanti di tutta dda cumarca,                       gli abitanti di tutta la contrada,

E chiddi supra tutti a cui lu sangu                     e quelli sopra tutti a cui il sangue

Rivugghi ‘ntra li vini, (o pr'età virdi                   ribolle tra le vene, (o per la verde età

O pri focu d'amuri chi li jeli                                o per fuoco d’amore che i geli

Renni tepidi e grati), allegri tutti                      rende tiepidi e grati), allegri tutti

Concurrinu;  giacchi costumi anticu                 concorrono; giacché costume antico

Fu sempri, e comu sagra conservatu,              fu sempre, e come sagra conservato,

Chi quannu un porcu celebri si scanna,          che quando un porco celebre si scanna,

Si fa festa comuni a la capanna.                        si fa festa comune alla capanna.

 

Veni ammugghiata  ‘ntra na saja russa              Viene avvolta in una veste rosssa

La biunna Clori,  e da li stritti pieghi                  la bionda Clori, e dalle ciglia

L' occhiu azzurru traluci, com'un raggiu           l’occhio azzurro traluce, come un raggio

Di luna ‘mmenzu a nuvula sfardata.                  di luna in mezzo a nuvola sfaldata.

Melibeu l'accumpagna;  e ‘ntra la facci             Melibeo l’accompagna; e nel volto

Si ci leggi la gioja, in parti figghia                        gli si legge la gioia, in parte generata

Di chidda,  chi a li cori di l'astanti                       da quella, che ai cuori degli astanti

Clori purtatu avìa cu la sua vista.                       Clori aveva portato con la sua vista.

 

Veni la vrunnitedda  ‘nzuccarata                        Viene la brunetta inzuccherata

Joli, chi ad ogni passu ed ogni gestu                  Jole, che ad ogni passo ed ogni gesto

Pinci ‘na grazia nova. Un virdi pannu                dipinge una grazia nuova. Un verde panno

Ci gira pri la testa, ed abbassannu                     le gira per la testa,  ed abbassando

Si unisci cu lu blu di la fodedda;                         si unisce con il blu della gonnella;

Chi spinta pri li fanghi, e sustinuta                    che alza per i fanghi, e sostenuta

Da lu vrazzu sinistru, si raccogghi                      dal braccio sinistro, si raccoglie

Tutta ad un latu in morbidi volumi.                  tutta d’un lato in morbidi volumi.

Dameta c'è vicinu, lu so cori                               Dameta l’è vicino, il suo cuore

Penni da l'occhi d'idda, e si nutrisci                  pende dagli occhi d’ella, e si nutrisce

Di puri affetti,  comu la gentili                           di puri affetti, come la gentile

Irvuzza nata supra di li rocchi,                           erbetta nata sopra le rocce,

Chi s'apri a la rugiada matutina.                        che s’apre alla rugiada mattutina.

 

Veni di l'occhi nìvuri e brillanti                            Viene dagli occhi neri e brillanti

Licori la grassotta;  allegra in facci                     Licori la grassotta; allegra in volto

Ci ridi primavera, ad onta ancora                       le ride primavera, ad onta ancora

Di l'invernu chi regna ‘ntra li campi.                      dell’inverno che regna tra i campi.

Pannu nun soffri la rusciana  testa,(7)                   Panno no soffre la sua fiera testa

Né saja, né àutru ‘mpacciu, eccettu un raru        né veste, né altro impaccio, eccetto un raro

Suttilissimu velu, ch 'è chiuttostu                          sottilissimo velo, ch’è piuttosto

Trastullu di lu ventu,  chi riparu.                            trastullo del vento, che riparo.

Tirsi c'è appressu comu un'agnidduzzu,               Tirsi l’è appresso come un agnellino,

A cui la pasturedda ammustra e proi                    a cui la pastorella mostra e porge

Tènnira irvuzza cota  frisca frisca                           tenera erbetta colta fresca fresca

Cu li proprii soi manu gentili.                                  con le proprie sue mani gentili.

 

Filli, ed Ergastu sutta un palandranu                      Filide, ed Ergasto sotto un palandrano,

Chi fa tettu e pinnata  a tutti dui                            che fa riparo e tettoia a tutti e due

Jùncinu, e li pasturi tutti intornu                           giungono, e i pastori tutti intorno

Pri cuntintizza battinu li manu.                              per contentezza battono le mani.

Filli p'affruntu cala l'occhi e in facci                       Filide per vergogna cala gli occhi e in volto

Senti ‘na vampa, e fora ci scannìa                         sente un calore, ed emerge un rossore

‘Mmenzu a lu biancu comu in orienti                   in mezzo al bianco come in oriente

La ‘nzunnacchiata spusa di Tituni. (8)                   la sonnacchiosa sposa di Titone.

 

Cussi di tempu in tempu a la capanna                 Così di tempo in tempo alla capanna

Autri, e poi àutri ninfì cu pasturi                         altri, e poi altri ninfe con pastori

Vannu supravinennu; comu appuntu                vanno sopravenendo; come appunto

Quannu metti a spirari Maistrali,                        quando mette a spirare Maestrale,

Chi si vidinu in funnu a l'orizzonti                       che si vedono in fondo a l’orizzonte

Ad una,  a dui,  a tri jiri assummannu                 ad una, a due, a tre andare sommando

Nuvuli,  e dipoi nuvuli, e dipoi                             nuvole, e di poi nuvole, e di poi

Nuvuli arreri,  e nuvuli d'appressu.                    nuvole ancora, e nuvole appresso.

 

Festa d’inverno

Già s'accordanu bifari  e sampugni,  (9)          Gia si accordano bifare e zampogne,

E flauti, e ciarameddi, ‘mmenzu a tutti            e flauti, e ciaramelle, in mezzo a tutti

Sbulazza l’alligria; da cori in cori                       svolazza l’allegria; da cuore in cuore

Si rifletti,  e ripigghia, e si tramanna,                si riflette, e ripiglia, e si tramanda

Sempri multiplicannusi,  e criscennu.               sempre moltiplicandosi, in crescendo.

 

Mutti,  induvini,  scherzi,  jochi,  e danzi         Motti, indovinelli, scherzi, giochi, e danze

Scurrinu supra l'uri destinati                               scorrono sopra l’ore destinate

A preparari,  e a còciri li cibi;                             a preparare, e acuocere i cibi;

Già la tavula è lesta, ni dà signu                       già la tavola è pronta, ne dà segno

Muntànu cu lu scòtiri, ridennu,                    Montano con lo scuotere, ridendo,

‘Na campana di voi, battinu tutti                 una campana di bue, battono tutti

Li manu; e poi cu sàuti e strambotti           le mani; e poi con salti e battute

Vannu a sidìri e mettinu a manciari.            vanno a sedere e mettono a mangiare.

 

Da principiu lu briu cedi a la fami,                          Da principio il brio cede alla fame,

Primu istintu fra tutti; e nun si senti                      primo istinto fra tutti; e non si sente

Chi un rumuri di piatti e di cannati,                       che un rumore di piatti e di bicchieri,

E un certu surdu traficu di denti;                           e un certo sordo traffico di denti;

A pocu, a pocu sulitaria e bassa                             a poco, a poco solitaria e bassa

Gira qualchi parola accumpagnata                        gira qualche parola accompagnata

Di quasi un menzu scàccanu o d'un sgrignu;      di quasi un mezzo sghignazzo o sorriso;

Comu ‘ntra lu spaccari di l'alburi                          come nel sorgere degli albori

‘Mmenzu di silenzii rugiadusi,                                in mezzo ai silenzi rugiadosi,

Si fa sentiri qualchi rauca nota,                            si fa sentire qualche rauca nota,

Chi ‘na lòdana azzarda sutta vuci;                       che una lodola azzarda sotto voce;

Ma quannu poi si vesti l'orizzonti                       ma quando poi si seste l’orizzonte

Di purpura e poi d'oru, allegri tutti                     di porpora e poi d’oro, allegri tutti

Turdi, merri, riiddi,  e calandruni,  (10)              tordi, merli, riiddi, e scalandroni,

E pàssari, e cardiddi, e capifuschi                        e passeri, e cardellini, e capinere

Rumpinu a tutta lena, e cu li canti                      rompono a tutta lena, e con i canti

Vannu assurdannu l'aria e li chianuri;                vanno assordando l’aria e le pianure;

Tali dintra li ninfi e li pasturi                                 così là dentro le ninfe ed i pastori

Sudisfatta la fami, l'alligria                                   soddisfatta la fame, l’allegria

Pigghia lu primu locu e sedi in tronu:                 piglia il primo posto e siede in trono:

E pirchì fora ‘nforzanu li nivi,                              e poiché fuori aumenta la neve,

E chiù di chiù lu tempu va ‘ncalzannu,              e più di più il tempo va incalzando,

Pri nun pinzari a guai peni ed affanni,              per non pensare a guai pene ed affanni,

Si duna manu a un vinu di quattr'anni.             si dà mano ad un vino  di quattr’anni.

 

Già la chiacchiara ‘ngrana a tutta lena         Già la chiacchiera ingrana e tutta lena

Ntisu o nun ntisu ogn'unu parracìa,              ascoltato o no ognuno ciarla,

Si rumpi pri accidenti qualchi piattu,            si rompe per accidente qualche piatto,

pri accidenti si ‘mmestinu  cannati,              per accidenti s’investono bicchieri,

E giranu d'intornu allegramenti                    e girano d’intorno allegramente

Specii, muttetti,  brinnisi e risati.                  detti, mottetti, brindisi e risate.

 

Già li cani s'azzuffanu pri l'ossa,                         Già i cani si azzuffano per l’ossa,

Unu arrizza lu pilu; àutru lu schinu                    uno arriccia il pelo; l’altro la schiena

Si torci com'un arcu, abbassato                         si torce come un arco, abbassato

Sgrigna li denti, e cu l'occhi di bracia                digrigna li denti, e con gli occhi di brace

Murmura amminazzannu:  eccu la guerra.      mormora minacciando: ecco la guerra.

Tavula, piatti, tiani,  carrabbi                             Tavola, piatti, tegami, caraffe

Minaccianu disordini e ruina:                             minacciano disordine e rovina:

Passi ddà ! Passi dda! gridanu tutti, (11)          Passi ddà ! Passi dda! gridano tutti,

E fratantu guardannusi li gammi,                      e intanto guardandosi le gambe,

Cui li spinci, o ritira a manu a manu,            chi li spinge, o li ritira a mano a mano,

E  l'àutri poi mittennusi a lu largu,                e gli altri poi metytendosi a largo,

Si vidinu li visti  di luntanu.                            si guardano le viste da lontano.

 

Sciota  accussì la tavula, s'intriccia                       Sciolta così la tavola, s’intreccia

Grata armunia di flauti e sampugni;                    grata armonia di flauti e zampogne;

Si nvitanu li Musi, e l'occhi intantu                      si invitano le Muse, e gli occhi intanto

Di tutti su ad Uraniu, a cui durmennu                 di tutti sono su Uranio, a cui nel sonno

L'api chiù voti supra di lu labbru                           l’api più volte sopra il suo labbro

Ci fabbricaru vrischi di ducizza;                             fabbricarono alveari di dolcezza;

Iddu fratantu teneru, amurusu                             lui intanto tenero, amoroso

Guarda Nici, chi zarca, e ncripidduta                    guarda Nice, che pallida, e intirizzita

Si strinci ‘ntra li panni, e si cci agguccia,              si stringe nei panni, e a lui si avvolge

Comu la vjiuledda ‘ntra li campi,                           come una violetta tra i campi,

Chi scanzannu la barbara jilata,                             che scanzando la barbara gelata,

‘Mmenzu pampina, e pampina s'ammuccia.       in mezzo foglia,  e foglia si nasconde.

Milli affetti ad un puntu lu pasturi                        Mille affetti ad un punto il pastore

Scotinu; e nun putennu ‘ntra lu cori                     scuotono; e non potendo nel cuore

Tiniri a frenu l'amurusu affannu,                          tenere a freno l’amoroso affanno,

In tali accenti prorumpiu, cantannu :                  proruppe in tali accenti cantando:

 

   Note

1)      Omini,  e bruti – uomini, e bruti – bruti per il significato in italiano di: privi di ragione, che si comportano come bestie. Bruti; può avere anche il significato generico di animali. Nessuna nota specifica nella edizione del 1814.

2)      Schagghiu – vagliatura – mondiglia  – frammenti di frumento che escono dal crivello

3)      Da questo verso inizia una lunga narrazione sull’uccisione del maiale. Nell’economia contadina del tempo di Meli, l’uccisione del maiale era un rito all’inizio dell’inverno che avrebbe assicurato provviste per tutto il periodo del grande freddo. 

4)       Sanguinazzi: sanguinacci, pietanza fatta con budella riempite di sangue.

5)      Il Meli si serve della teoria della trasmigrazione delle anime per descrivere il destino dell’anima del porco.

6)      Ne la “Musa siciliana”, Luigi Natoli, nel riportare questa parte dell’idillio di Meli, fa una nota per dimostrare che la poesia del Meli va ben oltre l’Arcadia. “Non vi può essere credo più terribile staffilata contro i ricchi avari, di questa. Avere l’anima di un porco chiuso in un corpo che è un mondezzaio! Già non sfugge a nessuno il doppio senso che ha il processo fatto al porco “ingrassato dai sudori altrui”. Altro che Arcadia!”

7)      Rusciana si dice di persona dal temperamento samguigno, qui tradotto tradotto con fiera.

8)      Per descrivere il rossore di Filide, paragonato al rossore dell’aurora che sorge ad oriente, il Meli ricorre al mito di Eos e Titone.

9)      In questo verso e in quello che segue sono elencati i vari strumenti musicali dei pastori: bifara; zampogne; flauti; ciaramelle.

10)    Riportiamo qui qualche nota per gli uccelli meno conosciuti: riiddi; calandroni.

11)   Passi ddà –  grido rivolto ai cani per farli smettere di litigare o abbaiare.

Uraniu canta (1)                   Uranio canta

1

Vidi, Amuri, ch' é ‘ngridduta,           Vedi, Amore, ch’è intirizzita,

Comu trema la mia Nici!                  come trema la mia Nice!

Ah ! succurri l'infelici,                        Ah! soccorri l’infelice,

Lu to focu porta cà.                           il tuo fuoco porta qua.

 

Vidi comu di li manu                         Vedi come delle mani

Ni fa un pugnu, e poi lu ciata;          ne fa un pugno,  e poi lo fiata;

Pri Cacciari la jilata,                           per cacciare la gelata,

Ch'ostinata si sta ddà.                      ch’ ostinata si sta là.

2

Senti, comu tramuntana                   Senti, come tramontana

Cìuscia,  grida ed amminazza!           soffia, grida e minaccia!

Lu so friddu, chi nn'agghiazza,          Il suo freddo, che ci aggiaccia,

Veni Amuri, e calma tu.                      vieni Amore, e calma tu.

 

Senti, oh Diu! comu li grandini          Senti, oh Diu! come le grandini

Li canali strantulijanu !                       i canali percuotono!

Li dui poli, ohimè trunijanu;               I due poli, ohimé troneggiano;

La timpesta strinci chiù.                     la tempesta stringe più.

3

Oh, lu lampu !... 'Un ti scantari,         Oh, il lampo!... Non ti spaventare,

Nici mia, nun c'è paura,                       Nice mia, non c’è paura,

Contr'un'alma bedda e pura,                contro un’anima bella e pura

Trona e fulmini 'un ci n'è.                    tuoni e fulmini non ce n’è.

 

E si un tempu cu Semeli (2)                E se un tempo con Semele

Giovi fici stu delittu;                            Giove fece questo delitto;

Fu ingannatu,  fu costrittu,                fu ingannato, fu costretto,

Ni chianciu turnatu in sé.                    ne pianse tornato in sé.

4

Si l'invernu 'un ti rispetta,              Se l’inverno non ti rispetta,

Nun si' sula, o Nici amata,              non sei sola, o Nice amata,

Sutta l'orrida jilata                            sotto l’orrida gelata

La natura oppressa sta.                  la natura oppressa sta.

 

Oh, si vidi la muntagna,                  Oh, si vede la montagna,

Tutta è bianca di un culuri,            tutta è bianca di un colore

Ha canciatu cu l'orruri                   ha cambiato con l’orrore

La sua prima maistà.                       la sua prima maestà.

5

Scapiddati e senza frunni         Spelacchiati e senza foglie

Li grann'arvuli ramuti,                i grandi alberi ramosi,

‘Ntra li trunchi arripudduti         tra i tronchi inumiditi

Ci ànnu nivi a tinghité .               ci hanno neve in quantità.

 

La vaddata e la scuscisa              La vallata, e la scoscesa

Risa è sterili e infelici;                  resa è sterile ed infelice;

Chiù 'un ci canta la pirnici,         più non ci canta la pernice,

‘N'acidduzzu chiù nun c'è.           un uccellino più non c’è.

6

Dda funtana, unni l'estati           Quella fontana, dove l’estate

Rinfriscàvamu l'arduri,                rinfrescavamo gli ardori,

L'unni soi gnilati e duri,              le onde sue gelate e dure,

Scarzarari chiù nun pò.               scarcerare più non può.

 

Cu li radichi a lu celu,                         Con le radici al cielo

Lu gran pignu  è in terra stisu,        il gran pino è in terra steso,

Duvi un tempu ci avìa incisu,          dove un tempo ci avevo inciso,

Nici mia, lu nomu to.                        Nice mia, il nome tuo.

7

Urvicati  ‘ntra la nivi                       Sepoltre tra la neve

Li capanni a lu straventu,             le capanne al riparo del vento,

Si distinguinu a gran stentu          di distinguono a gran stento

Pri lu fumu chi c'è ddà.                  per il fumo che c’è là.

 

Ddà vicinu ad un tizzuni              Là vicino ad un tizzone

L'anzianu pastureddu                  l’anziano pastorello

Stimpunija  cu dd'aliteddu          sostenta  con quel piccolo alito

La cadenti fridda età.                   la cadente fredda età.

8

La cumpagna a lu so latu,        La compagna al suo lato,

Cu li gigghia affumicati, (3)       con le ciglia affumicate

Di li tempi trasannati (4)           dei  tempi  trasandati

Vanta sempri la virtù.                vanta sempre la virtù.

 

La lanuta rocca intantu (5)            La lanuta rocca intanto

Va smagrennu e scinni jusu,        va smagreendo e scende gù,

E li cianchi di lu fusu                      e i fianchi del fuso

Vannu uncianuu sempri chiù.       vanno gonfiando sempre più.

9

Ma la figghia spintulidda                Ma la figlia grandicella

Sta affacciata a la campagna,       sta affacciata alla campagna,

E l'amanti chi si vagna                   e l’amante che si bagna

Ricunforta comu pò.                      riconforta come può.

 

L'aspru invernu rigurusu                  L’aspro inverno rigoroso

Pr'iddi è placidu e clementi;            per loro è placido e clemente;

Granni Amuri onnipotenti,              grande Amore onnipotente,

Stu purtentu è tuttu tò !                 questo portento è tutto tuo!

10

Nici mia, chi pensi forsi                  Nice mia, che pensi forse

Di passari l'invirnata,                     di passare l’invernata,

Sula, fridda, e scumpagnata,        sola, fredda, e scompagnata,

‘Ntra sti jeli chi ci su ?                    tra questi geli che ci sono?

 

Né t'incrisci di te stissa ?                Né t’incresce di te stessa?

Né di mia ti pari forti ?                   Né di me ti pare forte?

E lu soffri ? e lu cumporti ?           E lo soffri?  E lo comporti?

Tantu cruda sarai tu ?                     Tanto crudele sarai tu?

11

‘Ntra l'angusta mia capanna,           Nell’angusta   mia capanna,

No,  nun trovi meli e raschi, (6)      no, non trovi miele e rasche,

Si purtaru li burraschi                       si portarono le burrasche

Li spiranzi di l'està.                            le speranze dell’estate.

 

Puru ddà ci truvirai,                          Eppure là ci troverai,

A tia sula cunsagrati,                        a te sola consacrati,

Li crapetti appena nati                     i capretti appena nati

E una stipa ch'è a mità.(7)             e una botte che è a metà.

12

Lu tributu poi chiù granni,           Il tributo poi più grande,

Lu rigalu finu e veru,                     il regalo fine e vero,

È d'un cori assai sinceru,               è di uncuore assai sincero

Tuttu amuri e tuttu tò.                  tutto amore e tutto tuo.

 

Deh gradiscilu, e ti juru               Deh gradiscilo, e ti giuro

Pri li summi Dei felici,                  per i sommi Dei felici,

Ch'ogni grutta dirrà : Nici,          che ogni grotta dirà: Nice,

Nici sempri eu cantirò.                Nice sempre io canterò.

 

1)      Il particolare nome di questo pastore della Bucolica di Meli  è: Uranio. Visto che le scelte dei nomi in Meli non sono casuali, var ricordato che nella mitologia Urano è il padre dei Titani; e che per il medico e professore di chimica Meli, l’Uranio è un materiale ben particolare.

2)      Riferimento al rapporto tra Semele e Giove;  dove ella chiede al Dio di mostrarsi in tutta la sua essenza e lui facendolo involontariamente la fulmina.

3)      Come se il calore del fumo della casa si confondesse con qualche filo bianco, per vecchiaia, delle ciglia.

4)      Trasannati – trasandati. Meli avrebbe potuto usare semplicemente – tempi passati – ma ha preferito un altro verbo come a  voler ricordare meglio i tempi della gioventù.

5)      La compagna dell’anziano pastore è in atto di filare – e il gruppo dei versi descrive l’andamento del fuso.

6)      Raschi – fior di latte – formaggi freschi –  Nome che non ha un equivalente in italiano per sonorità – tranne la raschera – un formaggio latteria piemontese. Abbiamo preferito tradurre impropriamente con: rasche.

7)      Stipa – grossa botte per conservare il vino.

Immagine – pastori in inverno da:

LA BUCOLICA di G. Meli INDICE PARTI

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