sabato 31 luglio 2021

Brutta cosa essere vegliati da chi ci vuol male

 



Giovanni Meli (l'Abbati)

Favole Morali

XLV - LA PATEDDA E LU GRANCIU     


INDICE FAVOLE MORALI


LA PATEDDA E LU GRANCIU                                    LA PATELLA E IL GRANCHIO

 

Mentri chi ‘na patedda                                               Mentre che una patella

Durmeva cuitedda,                                                     dormiva ben quieta,

E forsi si sunnava,                                                      e forse sognava,

Un granciu la vigghiava,                                            un granchio la vegliava,

Appittimatu e duru                                                     fermo e duro

‘Ncostu di lu so muru;                                                vicino del suo muro;

E ‘ntra sta positura                                                      e in questa positura

Chiù jorna e notti dura.                                              più giorni e notti dura.

 

Surtìu:  chi assaiand’idda                                         Accadde: ch’essa azzardandosi

D’apriri ‘na ‘ngagghidda,                                        d’aprire una piccola fessura,

Pri vidiri si attornu                                                   per vedere se attorno

Erasi fattu jornu,                                                       si era fatto giorno,

Chiddu, chi sempri impressu                                   quello, che sempre impresso

Ddà stavasi indefessu,                                              là stavasi indefesso,

Profitta vigilanti                                                        profitta vigilante

Di l’opportunu istanti,                                              dell’opportuno istante,

Bastanducci sta ‘ngagghia                                        bastandoci questa fessura

Pri oprari la tinagghia.                                              per adoperare la tenaglia.

 

Trasènnucci la punta,                                                Entrandoci la punta,

Fa leva, e tuttu smunta                                               fa leva, e tutto smonta

Lu so cuverchiu e tettu;                                             il suo coperchio e tetto;

Ed eccu chi l’insettu,                                                ed ecco che l’insetto,

Chi pri timuri e scantu                                              che per timore e spavento

S’era guardatu tantu,                                                 s’era guardato tanto,

Appena chi un minutu                                               appena che un minuto

Trascurasi, è pirdutu,                                                 trascurasi, è perduto,

E veni devoratu!                                                        e viene divorato!

Guai, guai pri cu’ è vigghiatu!                                   Guai, guai per chi è vegliato!

 

Immagine : vegliato dal nemico da:


INDICE FAVOLE MORALI


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venerdì 30 luglio 2021

Chi è negli impicci difficilmente trova aiuto




Giovanni Meli (l'Abbati)

Favole Morali

XLIV - LI SCRAVAGGHI


INDICE FAVOLE MORALI



LI SCRAVAGGHI                                                                 GLI SCARAFAGGI

 

C'era sparsa pri terra certa stuppa, (1)                          C’era sparsa per terra certa stoppa,

Pirchì li manni avianu ddà cardati; (2)                         perché le manne avevano là cardate;

Un scravagghiu ni arrunza e mett’in gruppa            uno scarafaggio ne raccoglie e mette in groppa

Di la sua schina ‘na gran quantitati,                             della sua schiena una gran quantità,

Cridennu farsi maistusu e grossu                                 credendo farsi maestoso e grosso

Cu ddu volumi vavaciusu addossu. (3)                        con quel volume appariscente addosso.

 

Mentri camina si senti tirari                                         Mentre cammina si sente tirare

Li pedi di darreri. Vota, e guarda;                                i piedi di dietro. Volta e guarda;

Ma sbutannu si senti chiù 'mpacciari,                          ma svoltando si sente più impacciare,

E prova un non so chi, chi lu ritarda! …                     e prova un non so che, che lo ritarda! …

Vidi chi tra li gammi c’è un imbrogghiu;                    Vede che tra le gambe c’è un imbroglio,

Si dà coraggiu, e dici: Minni sciogghiu.                       si dà coraggio, e dice: “Me ne sciolgo”.

 

Tenta sbrugghiari un pedi, e mentri spinci               Tenta di sbrogliare un piede, e mentre spinge

L'autru in aiutu a chistu, chiddu spintu                     l’altro in aiuto a questo, quello spinto

In autri fila s'impidugghia e 'mpinci..                         in altri fili s’impiglia e impinge …

Torna a sbutarsi, e chiù si trova cintu...                    torna a svoltarsi e più si trova cinto …

Si cunfunni a la fini, e chiam’aiutu                              si confonde e alla fine chiama aiuto

D'unu ch'aveva assai ‘ntisu e vidutu.                         d’uno che aveva tanto sentito e visto.

 

Chistu, senza spustarsi, dici: “Avogghi, (4)                  Questo, senza spostarsi, dice: “ Hai voglia,

Amicu, di gridari quantu poi;                                        amico, di gridare quanto puoi;

Cui si à fattu li 'mbrogghi si li sbrogghi.                       chi ha fatto gli imbrogli se li sbroglia.

L'imbrogghi (gira e sbota quantu vòi)                         Gli imbrogli (gira e volta quanto vuoi)

Sempri sù ‘mbrogghi. Guai pri cui ci trisca,(5)            sempre sono imbrogli. Guai per chi ci casca

Ed a cui pri sbrugghiarli sicc'immisca.”                        e per chi a sbrogliarli si ci mischia.”

 

Note

1)      Stuppa = stoppa o stoppia; residui di pettinatura cotone o lana o altre fibre..

2)      Manni = plurale in siciliano di manna. Manna, in italiano ha il significato di covone,

fascio, mazzo; in questo caso si può intendere mucchi di lana messi insieme per

la prima cardatura.  Cardari = cardare. La cardatura è un procedimento antico che permette

di sfilare e ripulire la lana, il cotone o altre fibre per la successiva procedura di filatura.

3)      Vavaciusu = appariscente; ma che ha più apparenza che sostanza.

4)      Avogghi; per necessità di rima dal siciliano Avogghia = hai voglia. Usato per significare: è

inutile …; figurati se … ; tempo perso …

5)      Triscari = scherzare lascivamente (dizionario Mortillaro); in questo caso un cascarci dentro.

 

Immagine stoppa da:

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martedì 27 luglio 2021

Come spostarsi da un cattivo vicinato

 




Giovanni Meli (l'Abbati)

Favole Morali

XLIII - LU SURCI E LA TARTUCA



INDICE FAVOLE MORALI


LU SURCI E LA TARTUCA                                   IL TOPO E LA TARTARUGA

 

Durmia sutta ‘na macchia ‘na tartuca;                Dormiva sotto una macchia una tartaruga;

Un surci la tuccau, la vitti dura,                           un topo la toccò, la vide dura,

La critti petra o radica di vruca; (1)                     la credette pietra o radice di vruca; 

Pinsau di farni esperimentu allura;                     pensò di farne esperimento allora;

Ma mentri supra ci azzicca lu denti                    ma mentre sopra ci mette il dente

Arriminari e smoviri la senti.                                 dimenare e smuovere la sente.

 

Si arrassa, la cuntempla tutta intera,                   Si allontana, la contempla tutta intera,

E vidi ch'àvi testa, ed occhi e vucca.                   e vede che ha testa, ed occhi e bocca.

Dici tra d'iddu: “È armali tra la cera!                    Dice tra se stesso: “E’ animale nella cera!

Ma la casa strascina unni si aggiucca!                Ma la casa trascina dove si assesta!

Forsi àvi assai chi perdiri e di toppi                      Forse ha tanto da perdere e di serrature

Nun si fida; oggi si aprinu cu sgroppi.” (2)          non si fida; oggi si aprono con sterpi.”

 

Spia: “Pirchì pigghiariti sta pena                           Domanda: “Perché pigliarti questa pena

Di purtari la casa unn'è chi vai?”                           di portare la casa ovunque vai?”

Rispunni chidda: “Pri stari serena                          Risponde quella: “Per stare serena

Unni mi piaci, e nun aviri mai                                 dove mi piace, e non avere mai

A lu me latu lu malu vicinu,                                    al mio lato il cattivo vicino,

chi è preludiu di pessimu matinu.”                       che è preludio di pessimo mattino.”

 

Note

1)      Vruca = tamarigio, tamerice, arbusto con foglie sempre verdi simili al cipresso.

2)      Cu sgroppi= con sterpi, con pezzetto di legno, come dire che si aprono facilmente.

 

Immagine tartaruga da:


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lunedì 26 luglio 2021

Grande rischio per il ladro è incontrare un altro ladro

 



Giovanni Meli (l'Abbati)

Favole Morali

XLII  - LA CORVA E LU GROI




INDICE FAVOLE MORALI



LA CORVA E LU GROI    (1)                                               LA CORVA  e IL GRU    

 

Stavasi mesta ed accufurunata   (2)                         Stavasi mesta e abbattuta  

‘Na mugghieri di un corvu. Passa, e spia                una moglie di un corvo. Passa e domanda

Un groi.  “Dimmi, cos'ài? chi sì malata?”               un gru. “ Dimmi, cos’hai? Che sei malata?”

Rispusi: “Assai, ma di malincunia.                           Rispose: “Tanto,  ma di malinconia.

 

Mentri aspittava ccà la ritirata                                   Mentre aspettavo qua il ritorno

Di miu maritu, ‘na vulpazza ria,                                 di mio marito, una volpaccia rea,

Fingennusi già morta, stinnicchiata                           fingendosi  già morta, stesa

Stavasi a panz’all'aria tra la via.                                se ne stava a pancia all’aria tra la via.

 

Iddu la scopri, cala, si l'afferra,                                  Lui la scopre, cala, se l’afferra,

Luttanu in aria, ma la vulpi ocidi                               lottano in aria, ma la volpe uccide

Lu corvu, e tutti dui scoppanu a terra.”                   il corvo e tutti e due cadono a terra.”

 

Dissi lu groi: “Stu munnu è gran teatru!                Disse il gru: “Questo mondo è gran teatro!

C'è cui chianci e cui ridi! Ma nun ridi                     C’è chi piange e chi ride! Ma non ride

A longu la mugghieri di lu latru.”                            a lungo la moglie del ladro.”

 

Nota

1)      La corva e lu groi = la femmina del corvo e il maschio della gru; spesso nelle Favole

il Meli usa una differente denominazione per il maschio e la femmina di un animale

che non trova una corrispondenza nella lingua italiana.

2)      Accufurunata = abbattuta per il malessere

 

IMMAGINE Corva DA:


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