venerdì 20 agosto 2021

Pungere per dimostrare di esistere

 


Giovanni Meli (l'Abbati)

Favole Morali

LV - LU ZAPPAGGHIUNI E L'OMU


INDICE FAVOLE MORALI




LU ZAPPAGGHIUNI E L'OMU                              LA ZANZARA E L’UOMO

 

Un omu s'era appena appinnicatu,                   Un uomo si era appena addormentato,

Chi s'intisi a la facci ‘na lanzetta,                      che intese alla faccia una lancetta,

Chi avia sinu a lu vivu penetratu; (1)                che aveva profondamente penetrato;

L'arduri lu fa scotiri a l'infretta,                          il bruciore lo fa scuotere in fretta,

Apri l'occhi, smicciannu attentamenti (2)        apre gli occhi, sbirciando attentamente

Tuttu a l'intornu, e nun discopri nenti.             tutto intorno, e non scopre niente.

 

S'ingatta cotu cotu, e si tratteni                        S’acquatta cheto cheto, e si trattiene

Lu ciatu in pettu, e poi l'oricchi affila               il fiato in petto, e poi l’orecchie affila

Pri sentiri si c'è cui va, o cui veni,                     per sentire se c’è chi va, o chi viene,

O  peditozzu di cui si la sfila;                              o calpestio di chi si sfila;

Ma nun senti chi un rusicu noiusu (3)              ma non sente che un ronzio noioso

E un non so chi, chi ci sfricia stizzusu.               e un non so cosa, che gli striscia stizzoso.

 

“Atomu insolentissimu, ci dici,  (4)                     “Atomo insolentissimo” – gli dice –

                   Dimmi: Si tu chi punci, e chi fai mali?               dimmi: sei tu che pungi e che fai male?

Si tu? Palisa almenu eu chi ti fici                       Sei tu? Palesa almeno io che ti feci

Pri cui m'ài datu spuntunati tali?                      per cui mi hai dato spuntonate tali?

Pirchì, picciulu tantu, tantu infestu,                  Perché, piccolo tanto, tanto infesto,

E tantu noiusissimu e molestu?”                       e tanto noiosissimo e molesto?”

 

“Giustu, ci rispus'iddu, pirchì nenti                   “Giusto – gli rispose esso – perché niente

Jeu cuntu tra lu munnu, àju pinsatu                  io conto nel mondo, ho pensato

Stu nujusu e molestu espedienti.                       questo noioso e molesto espediente.

Ti l'avirrissi mai tu immagginatu                        Tu l’avresti mai immaginata

Sta invisibili mia specii di bestia,                       questa invisibile mia specie di bestia

Senza pruvarni duluri e molestia?”                  senza provare dolore e molestia?”

 

Note

1)      Sinu a lu vivu = oltre la pelle, non superficiale.

2)      Smicciari = sbirciare, di un guardare appassionatamente e languidamente (dizionario

delle voci oscure di Meli – De Roberti 1838). Ma qui usato come sfrorzarsi gli

occhi per scrutare attentamente.

3)      Rusicu, da rusicari = rosicchiare; qui però usato come particolare ronzio.

4)      Inizia qui l’incredibile dialogo tra l’uomo e la zanzara. Atomo insolentissimo è la

definizione data da chi non riconosce il piccolo essere; e la piccola esistenza risponde

dicendo che ha scelto il male come unica possibilità per farsi riconoscere.  Fanno

ricorso a questo espediente zanzare e virus;  ma anche diversi uomini,  anche quelli che

vogliono essere ricorati ad ogni costo dalla Storia.

 

Immagine da:


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