giovedì 26 agosto 2021

Attente agli esperti corteggiatori

 






Giovanni Meli (l'Abbati)

Favole Morali

 LXI - LI PASSAGAGGHI,

      O SIA LI MUSCHI E LA TARÀNTULA


INDICE FAVOLE MORALI



LI PASSAGAGGHI,                                              GLI ANDIRIVIENI,

O SIA LI MUSCHI E LA TARÀNTULA            O SIA LE MOSCHE E LA TARANTOLA                                                      

 

Dui muschi tra ‘na cammara                           Due mosche in una camera

Vidinu a la finestra                                          vedono alla finestra

Passari ‘na tarantula  (1)                                  passare una tarantola

Da la sinistra a destra.                                      dalla sinistra a destra.

 

Junta chi fu, di un subitu                                 Giunta che fu, subito

La vidinu turnari,                                             la vedono tornare,

Ed in senzu cuntrariu                                       e in senso contrario

Lu so viaggiu fari.                                           il suo viaggio fare.

 

Quann'è arrivata all'angulu                             Quando è arrivata all’angolo

Torna, e di ddà ripassa;                                    torna, e di là ripassa;

Stu zichi-zachi seguita,                                   questo zig zag seguita,

E sempri passa e spassa.                                  e sempre passa e spassa.

 

Dici ‘na musca all'autra:                                 Dice una mosca all’altra:

“Sentu pigghiarmi dica,                                   “Sento pigliarmi fastidio,

Multu mi scannalianu                                     molto mi scandalizzano

Sti passagagghi, amica.”                                  questi andirivieni, amica.”

 

L'autra, chiù timiraria                                      L’altra, più temeraria

Ci dici: “Lassa fari;                                         gli dice: “Lascia fare;

È ostrutta tra lu ficatu,(2)                            è ostruita nel fegato,

E voli passiari.”                                               e vuole passeggiare.”

 

“No, dici l'autra, trappuli                                “No – dice l’altra - trappole

E inganni minni aspettu;                                  e inganni me ne aspetto;

Cui voli stari stìacci,                                          chi vuole strare stiaci,

Pri mia mi la sbacchettu.”(3)                           per me me la batto”.

 

Dici, e diventa pruvuli. (4)                              Dice, e diventa polvere.

Ma l'autra sciocca e tosta                               Ma l’altra sciocca e testarda

Si resta dunniannusi,                                       si resta donnolandosi,

Pirdennu tempu apposta.                                perdendo tempo a bella posta.

 

Ma poi vulennu nesciri,                                  Ma poi volendo uscire,

Si vidi 'nviluppata,                                           si vede avviluppata,

Ed eccu la tarantula                                        ed ecco la tarantola

Di supra c'è sotata.                                          di sopra gli è saltata.

 

Cu vui si parra, o fimmini:                             Con voi si parla, o femmine:

Fuiti sti canagghi,                                           fuggite queste canaglie,

Chi cercanu 'ncapparivi                                 che cercano di circuirvi

Cu li soi passagagghi. (5)                               con i loro andirivieni.

 

 

Note

1)      Tarantola, ragno lupo.  Il nome tarantola venne usato per la prima volta nella provincia

di Taranto verso la fine del '400 riferendosi alla Lycosa tarantula (comunemente

chiamato ragno lupo) di dimensioni più grandi del comune ragno. In Sicila l’appellativo

di tarantula viene dato ad ogni tipo di ragno.

2)      Un po’ come dire:  passeggia per digerire.

3)      Sbanchettu, lasciare il banchetto, andar via, battersela in ritirata.

4)      Vola via come la polvere da sparo di una fucilata; o vola via lasciando la polvere del suo

fuggire.

5)      La favola si conclude con una raccomandazione alle donne di non cadere nel

corteggiamento dei dongiovanni (passare e ripassare nelle vicinanze della corteggiata

era usuale). 

Immagine – Leporello canta – Madamina il catalogo è questo da:

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