domenica 22 agosto 2021

A chi raccontare i propri guai

 





Giovanni Meli (l'Abbati)

Favole Morali

LVII - L'OMU, LU TRUNCU E LU PASTURI


INDICE FAVOLE MORALI



L'OMU, LU TRUNCU E LU PASTURI         L’UOMO, IL TRONCO E IL PASTORE

 

Un omu bonu assai                                              Un uomo buono assai

Jeva a sfogari spissu                                            andava a sfogare spesso

Tutti l'amari guai,                                                tutti gli amari guai,

Avanti a un truncu fissu.                                    davanti a un tronco fisso.

 

Lu vidi un pastureddu,                                         Lo vede un pastorello,

Chi passa pri accidenti,                                       che passa per accidente,

E dici: “Oh puvireddu!                                          e dice: “Oh poveretto!

Partuta è la tua menti!                                         Partita è la tua mente!

 

A un truncu senza oricchi,                                    A un tronco senza orecchie,

Duru, chi azzann’accetti, (1)                               duro, che rovina le accette,

Sti lagrimi e sti picchi                                           queste lacrime e questi lamenti

Pirchì tu spargi e jetti?                                         perché tu spargi e butti?

 

Sùsiti. Chi ni accanzi?                                         Alzati. Che ne guadagni?

Chi grazia ti pò fari?                                            Che grazia ti può fare?

Cunta li toi lagnanzi                                             Racconta le tue lagnanze

A cui ti pò giuvari.”                                               a chi ti può giovare.”

 

“Lu sacciu, ci rispusi,                                            “Lo so – gli rispose -

Perdu lu tempu e l'uri;                                          perdo il tempo e l’ore;

Ma ricchi e facultusi                                             ma ricchi e facoltosi

menu surdi e duri?                                          sono meno sordi e duri?

 

Almenu ‘na ritagghia                                           Almeno un ritaglio  

Ccà c'è chi mi cunsola:                                        qui c’è che mi consola;

Mi sfogu, e nun mi stagghia                               mi sfogo, non mi toglie

Stu truncu la parola.”  (2)                                   questo tronco la parola.”      

 

Nota

1)      Azzannari (verbo) qui usato nel senso di  rovinare la lama alle accette;  per la durezza del tronco la piccola scure perde il filo della lama e restano come dei dentini (zanne).

2)      Il  vecchio tronco che porta con sé la memoria di secoli  può ascoltare. Il Meli senza nominare la religione totemica ne coglie tutta la sua capacità consolatoria.

  immagine tronco di carrubo da:


 

INDICE FAVOLE MORALI


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L'ORIGINI DI LU MUNNU -  Poema ironico sull’origine del mondo di Giovanni Meli  l'Abate - In Siciliano e traduzione in Italiano a fronte - Nella originale edizione del 1814 curata dallo stesso Poeta, con le ottave postume ritrovate da Agostino Gallo, con tutte le note filosofiche dello stesso Giovanni Meli, con le note di traduzione delle più difficili parole siciliane, con le note biografiche su Meli e su come nacque questa straordinaria opera, con un disegno di Giove creatore di Dafne Zaffuto - € 12,00 pag. 150 ordinabile tramite   I BUONI CUGINI EDITORI

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L’ACEDDI

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