venerdì 27 agosto 2021

Evitate le persone doppie

 



Giovanni Meli (l'Abbati)

Favole Morali

LXII - LA TADDARITA E LI SURCI


INDICE FAVOLE MORALI





LA TADDARITA E LI SURCI                          LA NOTTOLA E I TOPI

 

‘Na taddarita stavasi (1)                                 Una nottola se ne stava

Tuttu lu jornu 'nchiusa                                   tutto il giorno rinchiusa

Tra tani, unni abitavanu                                tra tane dove abitavano

Li surci a la rinfusa.                                        i topi alla rinfusa.

 

E chisti la suffrevanu                                   E questi la sopportavano

Tra la sua cumpagnia:                                  nella loro compagnia:

Un surci la cridevanu                                    i sorci la credevano

Siccu pri malatia. (2)                                    magra per malattia.

 

Idda però, in curcarisi                                  Essa però, quando si corica

Lu suli, si la sbigna,                                     il sole, va via,

E l'ali sparpagghiandusi                             e le ali spalancandosi

All'aria si cunsigna;                                      all’aria si consegna;

 

E in idda sammuzzannusi,                            ed essa attuffandosi,

Tissennu a tutti banni,                                 tessendo (voli) per tutte le contrade,

Passa li notti a vidiri                                     passa la notte a guardare

Li furti e contrabbandi:                                 i furti e i contrabbandi:

 

E quannu a casu incontrasi                           e quando a caso si incontra

Cu varvajanni o cucchi,                                con barbagianni o gufi,

L'adùla cu lodaricci                                       l’adula con lodargli

Li belli soi pilucchi.                                       i loro bei piumaggi.

 

Li cosi visti sbommica;                                 Le cose viste rivela;

Né sunnu sparagnati                                    né sono risparmiati

Li surci unn'idda 'nzemmula                       i topi dove essa insieme

Ci passa li jurnati.                                         vi passa le giornate.

 

A chiddi, chi si acciurranu (3)                  A quelli, che si acciuffano

Li surci pri lu cozzu,                                   i topi per il collo,

Cala cu sta notizia                                      arriva con questa notizia

Meli pri cannarozzu.                                  miele per la gola.

 

Alliscianu, accarizzanu                             Allisciano, accarezzano

La taddarita  ria,                                        la nottola rea,

Cun iddi si la portanu,                              con essi se la portano,

Sirvennucci di spia.                                  servendogli di spia.

 

Ed a li tani subbitu                                   E alle tane subito

Juncinu a strata fatta,                              giungono a strada fatta,

S'appostanu, e si aggranfanu                 s’appostano, e si afferrano

Li surci a la strasatta.                               i topi a sorpresa.

 

Genti di aspettu duppiu                           Gente di aspetto doppio

(Ditti da nui faccioli)                               (detti da noi di doppia faccia)

Scugnatili, fuitili,                                     spingeteli fuori, fuggiteli,

Sfrattatili, figghioli.                                 sfrattateli, figluoli.

 

Note

1)      Taddarita, nottola, pipistrello. In questa favola per parlare delle persone con doppia

faccia, Meli, sceglie il pipistrello, in parte topo e in parte uccello.

2)      Una strofa contraddittoria per l’esprimersi in singolare e in plurale. Siccu per malattia

s’intende riferirsi al modo di stare il pipistrello durante il giorno, appeso e con le ali

ben chiuse, pare essere di dimensioni molto inferiori a quando vola.

3)      A chiddi, a quelli; barbagianni, gufi e civette, predatori dei topi.


Pipistrello immagine da:


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