LI
SURCI
E’ la prima
delle favole morali ed anche la più conosciuta, apre la grande carrellata
poetica
delle Favole morali. Con delle rime piacevolissime la dura morale
sul vizio che porta in sé
la sua perdizione.
Qui
inserita con testo in siciliano e traduzione letterale a fronte e qualche nota
a cura di Francesco Zaffuto
a cura di Francesco Zaffuto
LI SURCI
I SORCI
Un surciteddu di testa sbintata Un
sorcetto di testa sventata
Avia pigghiatu la via di l’acitu,
(1)
aveva pigliato la via dell’aceto,(1)
E faceva ‘na vita scialacquata e
faceva una vita dissipata
Cu l’amiciuni di lu so
partitu. con
gli amiconi del suo giro.
Lu ziu circau tirarlu a bona strata, (2)
Lo zio cercò di portarlo sulla buona strada, (2)
Ma zappau all’acqua, pirch’era attrivitu,
(3) ma zappò nell’acqua, perché era
testardo,(3)
E dicchiù la saimi avia
liccata,
e
per di più lo strutto aveva leccato,
Di tavernì e di
zàgati peritu.(4) di
taverne e di botteghe esperto.(4)
Finalmenti mucidda fici luca; Finalmente
la gatta lo beccò;
Iddu grida: Ziu ziu, cu dogghia interna;
lui
grida: Zio zio, dolorosamente;
So ziu pri lu rammaricu si suca;
(5) suo
zio per il rammarico si rattrista;(5)
Poi dici: Lu to casu mi costerna;
poi dice: Il tuo caso mi costerna;
Ma ora mi cerchi? chiaccu chi t’affuca! (6) ma
ora mi cerchi? pendaglio di forca!(6)
Scutta pri quannu jisti a la taverna. (7) Paga
per quando andasti alla taverna. (7)
Note
1) Prendere la via
dell’aceto in siciliano è come dire guastarsi, il vino comincia
ad essere acido e anche il giovane praticando cattivi costumi si può guastare
ad essere acido e anche il giovane praticando cattivi costumi si può guastare
2) Con
ziu si intende un sorcio prudente e savio. Il Meli gli dà il nome di ziu
dallo
zirlare del topo, che in siciliano si dice fare ziu ziu. Infatti, poco appresso il sorcio grida,
e fa, naturalmente, ziu ziu e – con felice doppio senso – diventa invocazione di aiuto
zirlare del topo, che in siciliano si dice fare ziu ziu. Infatti, poco appresso il sorcio grida,
e fa, naturalmente, ziu ziu e – con felice doppio senso – diventa invocazione di aiuto
dello zio. (nota di Natoli da Musa
siciliana)
3) Zappare nell’acqua per
dire predicare inutilmente
4) Zàgati, plurale di zàgatu
= bottega di pizzicagnolo – e in forma impropria anche casino,
casa di piacere e di perdizione
5) Letteralmente si suca significa
si succhia, ma in Sicilia sucarisi significa anche senso di
stringimento per spavento o dolore improvviso,
rattristarsi.
6) Chiaccu – cappio, nodo . Se seguito
da che t’impicchi o che t’affoghi è usato
come
imprecazione.
7) Scutta da scuttari . Pagare il pegno, scontare una pena.
Chi sbaglia paga, il vizio porta
in sé la sua punizione e ben poco può fare lo
zio per tirarlo fuori dalla bocca della gatta.
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Una straordinaria favola morale anche molto divertente per i personaggi presi in prestito a rappresentarne il significato.
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