domenica 31 maggio 2015

LI SURCI (favola sulle conseguenze di una vita dissipata)

LI SURCI

 E’ la prima delle favole morali ed anche la più conosciuta, apre la grande carrellata poetica 
delle Favole morali.  Con delle rime piacevolissime la dura morale sul vizio che porta in sé
la sua perdizione.
 Qui inserita con testo in siciliano e traduzione letterale a fronte e qualche nota 
a cura di Francesco Zaffuto

LI SURCI                                                                                       I SORCI

Un surciteddu di testa sbintata                             Un sorcetto di testa sventata
Avia pigghiatu la via di l’acitu, (1)                          aveva pigliato  la via dell’aceto,(1)
E faceva ‘na vita scialacquata                                 e faceva una vita dissipata
Cu l’amiciuni di lu so partitu.                                  con gli amiconi del suo giro.

Lu ziu circau tirarlu a bona strata, (2)                  Lo zio cercò di portarlo sulla buona strada, (2)
Ma zappau all’acqua, pirch’era attrivitu, (3)       ma zappò nell’acqua, perché era testardo,(3)
E dicchiù la saimi avia liccata,                                e per di  più lo strutto aveva leccato,
Di tavernì e di zàgati peritu.(4)                              di taverne e  di botteghe esperto.(4)

Finalmenti mucidda fici luca;                                  Finalmente la gatta lo beccò;
Iddu grida: Ziu ziu, cu dogghia interna;                 lui grida: Zio zio, dolorosamente;
So ziu pri lu rammaricu si suca; (5)                         suo zio per il rammarico si rattrista;(5)

Poi dici: Lu to casu mi costerna;                             poi dice: Il tuo caso mi costerna;
Ma ora mi cerchi? chiaccu chi t’affuca! (6)          ma ora mi cerchi? pendaglio di forca!(6)
Scutta pri quannu jisti a la taverna. (7)                 Paga per quando andasti alla taverna. (7)

Note
        1)  Prendere la via dell’aceto in siciliano  è come dire guastarsi, il vino comincia
      ad essere acido e anche il giovane praticando cattivi costumi si può guastare
        2)  Con ziu si intende un sorcio prudente e savio. Il Meli gli dà il nome di ziu dallo
      zirlare del topo, che in siciliano si dice fare ziu ziu. Infatti, poco appresso il sorcio grida,
      e fa, naturalmente, ziu  ziu e – con felice doppio senso – diventa invocazione di aiuto
             dello zio. (nota di Natoli da Musa siciliana)
        3)  Zappare nell’acqua per dire predicare inutilmente
        4)  Zàgati, plurale di zàgatu = bottega di pizzicagnolo – e in forma impropria anche casino,
            casa di piacere e di perdizione
        5) Letteralmente si suca significa si succhia, ma in Sicilia sucarisi significa anche senso di
      stringimento per spavento o dolore improvviso, rattristarsi.
6) Chiaccu – cappio, nodo . Se seguito da che t’impicchi o che t’affoghi  è usato come
     imprecazione.
        7)  Scutta da scuttari .  Pagare il pegno, scontare una pena.  Chi sbaglia paga, il vizio porta 
           in sé la sua punizione e ben poco può fare lo zio per tirarlo fuori dalla bocca della gatta.


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1 commento:

  1. Una straordinaria favola morale anche molto divertente per i personaggi presi in prestito a rappresentarne il significato.

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