Ci capita di sentire discorsi retorici
sul glorioso passato
- ecco come intervenne Giovanni Meli,
dopo il solito rinvangare i bei tempi
che furono, ...
Epigramma - Lu vantu passatu
INDICE EPIGRAMMI GIOVANNI MELI
Lu vantu passato
Il vanto passato
Aviti signur Conti peroratu, Avete signor Conte
perorato,
Pincennu cu vivissimi riccami, dipingendo con vivissimi
ricami,
Di la Sicilia lu filici statu, della Sicilia il
felice stato,
E l’arti e li scienzi in vari
rami; e l’arte e le
scienze in vari rami;
Ma a chi ni servi lu vantu
passatu ma a che ci serve il
vanto passato
Si nun appaga li presenti brami? se non appaga le presenti brame?
Chi vali si me patri è gucciddatu, (1) Che vale se mio padre è decorato,
Ed iu fratantu mi moru di fami? (2) ed io fratanto mi muoio di fame?
1) Gucciddatu a vrazzu – braccio a ghirlanda – da diz.
delle voci oscure di Meli –
de
Roberti. Può intendersi anche decorato
– o giocando sulla sonorità,
anche cucciddatu forma di pane a ciambella e dolce tipico siciliano.
2) Questo epigramma fu improvvisato dal
Meli dopo che aveva ascoltato un discorso
all’”Accademia siciliana” tenuto
dal Conte Castelli sul tema: “La Sicilia tra
le scienze non cede all’antica
Grecia e Roma”.
Ghirlanda - Immagine 1 da
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TRE LIBRI SU GIOVANNI MELI - L'Abati
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