venerdì 14 maggio 2021

C’è chi perde il pelo ma non il vizio

 









Se portate  pietosa commiserazione 

verso un malandrino,  

fate attenzione …. volpi e lupi

perdono il pelo ma non il vizio.

31° Favola Morale di Giovanni Meli

XXXI - LA SIGNA E LA VULPI   



LA SIGNA E LA VULPI - LA SCIMMIA E LA VOLPE


 Vi scrivu e vi presentu tali e quali                          Vi scrivo e vi presento tale e quale

Lu dialogu, comu era distisu                                   il dialogo, come era disteso

Dintra lu camulutu originali, (1)                             dentro il rovinato originale (1)

Traduttu da lu Vecchiu. È assai concisu                 tradotto dal Vecchio. E’ assai conciso

Pirch’è traduzioni litterali;                                      perché è traduzione letterale;

Di lu miu nenti affattu c'aju misu;                          di me niente affatto ci ho messo;

Tali, com'era, da mia si cunsigna:                          tale, com’era, da me si consegna:

Vi prevengu chi primu parra signa.                        vi prevengo che primo parla la scimmia.

 

“Cummàri comu stati?”  “Ih! tinta assai!”                “Comare come state?” “ Ih! Male assai!”

“Dativi cura.”  “E chi? St'infirmitati                          “Datevi cura.” “E che? Quest’infermità

È d'una specii, ch' 'un si cura mai.”                           è di una specie che non si cura mai.”

“E pirchì?”  “Pirch’è mali di l'etati.                           “E perché?” “Perché è il male dell’età.

 

 Pribbiru'! Pocu fa minni addunai                              Per vero! Poco fa me ne accorsi

Chi avivu tutti li cianchi spilati. (2)                           che avevo tutti i fianchi distrutti. (2)

E chist’è nenti, ci sunn'autri' guai.”                           E questo e niente ci sono altri guai.”

“Quali sù?”  “Sugnu modda pri mitati”. (3)            “Quali sono?” “Sono intorpidita per metà”. (3)

 

“Mischina! chianciu sta vostra muddura.”(4)          “Poverina! Piango questa vostra difficoltà! (4)

“Vogghiu a l'oricchia pri stu bonu offiziu,                “Voglio all’orecchia per questo buon ufficio,

Darti un rigordu. Accostati addrittura.”                     darti un ricordo. Accostati ben vicino.”

“Ah! tu muzzichi! ahi ahi!”  Metti giudiziu:             “Ah! tu mordi! ahi ahi!”  Metti giudiziu:

vulpi e lupi nun cancianu natura,                               volpi e lupi non cambiano natura,

lu pilu pirdirannu e no lu viziu.                                  il pelo perderanno e non il vizio.

 

Note

1)      Del libro camulato, libro rovinato tal tarlo (camula). Meli ne aveva parlato nella prefazione

e a questo qui si richiama, anche per la traduzione che va facendo il Vecchio saggio.

2)      Chi avivu tutti li cianchi spilati. Spilatu, letteralmente vuol dire senza peli; ma nel parlare

siciliano quando si dice di un arto o di una parte del copro, può voler dire slogato,

rovinato per una particolare distensione dolorosa dei muscoli.

3)      Modda = letteralmente morbida. Sentirsi moddu, significa sentirsi senza energia vitale,

una particolare fiacchezza per malessere fisico anche grave.

4)      Moddura qui è usato solo per riprendere il concetto espresso nel precedente verso.

 

Immagine scimmia da    -     Immagine volpe rossa da 

INDICE FAVOLE MORALI

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