giovedì 17 settembre 2020

Mettersi nei panni dell'altro - se si vuole comprendere

 

XXVFavola morale di G. Meli

LU SCECCU-OMU E L'OMU-SCECCU

Per comprendere occorre mettersi nei panni dell’altro.

 Provate a mettervi nei panni dell’asino

che avete riempito di carico, 

provate a mettervi nei panni di un operaio 

a cui avete aumentato i ritmi di lavoro. 

La fortuna premia gli uomini - somari, 

ma quando la fortuna cessa essi  trascinano

nel danno anche gli uomini virtuosi e la società.



LU SCECCU-OMU E L'OMU-SCECCU       L’ASINO-UOMO E L’UOMO-ASINO

Un bon'omu avia un sceccu assai turduni.                Un bun uomo aveva un asino molto stupido.

La sorti, ch'è bizzarra e stravaganti,                           La sorte, ch’è bizzarra e stravagante,

Cancia lu sceccu in omu, e lu patruni                         cambia l’asino in uomo, e il padrone

Lu cancia in sceccu; ma com'er’avanti                       lo cambia in asino; ma com’era prima

Ristau la menti in iddi: pirchì ‘un vali                         resto la mente in essi; perché non vale

La sorti a trasmutari lu murali.                                    la sorte a trasmutare il morale.

 

Cunsidirati chi peni ed affanni                                   Considerate che pene ed affanni

Diva suffriri un omu chi raggiuna,                             deve soffrire un uomo che ragiona,

Assuggittatu a un sceccu grossu e granni,                assoggettato a un asino grosso e grande,

Fatt'omu da un capricciu di furtuna!                         fatto uomo da un capriccio di fortuna!

Puru arriventa cu coraggiu eroicu,                             Pure diventa con coraggio eroico,

E la nicissitati lu fa stoicu.  (1)                                     e la necessità lo fa stoico. (1)

 

Vinni lu casu chi duvennu fari                                    Venne il caso che dovendo fare

Lungu viaggiu lu sceccu patruni,                                lungo viaggio l’asino padrone,

Metti lu sceccu servu a carricari                                 mette l’asino servo a carica

Di bagagghi e di robba a munsidduni,                        di bagagli e di roba a mucchio,

Senza considerari chi 'un putia                                   senza considerare che non poteva

Reggiri a lu gran pisu e a la fatia.                                 reggere al gran peso e alla fatica.                    

 

L'afflittu carricatu a summu stentu                              L’afflitto caricato a sommo stento

Tir’avanti pri un migghiu, ed arriventa;                      tira avanti per un miglio, e si sforza;

All'autru migghiu lu passu è chiù lentu,                       all’altro miglio il passo è più lento,

E a spinciri li pedi suda e stenta;                                  e a spingere i piedi suda e stenta;

Ogni pitrudda ci duna cutrastu,                                    ogni piccola pietra gli dà contrasto,

Ma l'autru dà mazzati a tuttu pastu.                             ma l’altro dà mazzate come pasto.

 

Finalmenti vicinu a ‘na lavanca                                   Finalmente vicino a un dirupo

Truppica, cadi, e supra di ‘na rocca                             inciampa, cade, e sopra di una rocca

S'apri la testa e si struppedda un'anca;                         s’apre la testa e si rompe un’anca;

Lu patruni pri rabbia tarocca;                                      il padrone per la rabbia bestemmia;

Ma lu so taruccari nun apporta                                    ma il suo bestemmiare non apporta

Vit’a lu sceccu, né la robba porta.(2)                          vita all’asino, né la roba porta. (2)

 

L'espedienti sulu, chi ci resta                                       L’espediente solo che gli resta

È lu pisu addussarisi di chiddu,                                    è addossarsi il peso di quello,

E parti su la schina, e parti in testa                               e parte sulla schiena, e parte in testa

Jirisillu adattannu supra d'iddu,                                    andarselo adattando sopra di sè,

Chi ci rinesci tantu chiù gravusu,                                che ci riesce tanto più gravoso,

Quantu menu a li pisi ci avia l'usu.                              quanto meno ai pesi ci aveva uso.

 

Stenta, suda, si affanna, spinci forti,                            Stenta, suda, si affanna, spinge forte,

Cadi, si susi, si sconquassa, ed eccu                            cadi, si alza, si sconquassa, ed ecco

Comu st'armali, ad onta di la sorti                               come questo animale, ad onta della sorte

Torna com'era, ed è dui voti sceccu,                            torna com’era, e due volte asino,

E comu tali cu lu pisu addossu                                     e come tale con il peso addosso

Finisci allavancandusi tra un fossu.                              finisce precipitandosi tra un fosso.

 

La sorti è un ventu chi alza li sumeri,                          La sorte è un vento che alza i somari,

E ci fa fari voli sorprendenti;                                       e gli fa fare voli sorprendenti;

Ma da se stissi poi cadinu arreri.                                 ma da se stessi poi cadono di nuovo.

Cadissiru iddi suli sarria nenti,                                    Cadessero loro soli non sarebbe niente,

Ma tanti voti sù perniciusi                                           ma tante volte sono perniciosi

All'omini onurati e virtuusi.                                         agli uomini onorati e virtuosi.

 

Note

1)      Riferimento ai filosofi stoici

2)      né la robba porta, il bestemmiare non è di aiuto a portare la roba (robba) caricata.


Foto da:
http://allinfo.space/2019/07/14/la-miseria-dellasino-di-santorini/


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