domenica 17 marzo 2019

Giovanni Meli e la favola sulla gratitudine










VII  -  LU CANI E LA SIGNA  
La favola poetica di Giovanni Meli è un  dialogo 
tra una scimmia e un cane. La scimmia deride
il cane che si preoccupa per il suo padrone. 
L’ingratitudine è odiosa  per la natura 
e per gli dei. E la natura volle creare 
un esempio di gratitudine.




LU CANI E LA SIGNA                                             IL CANE E LA SCIMMIA     

Un gentil'omu avia ‘na signa e un cani,                Un gentiluomo aveva una scimmia e un cane
Chi tinia 'ncatinati tra un perterra:                         che teneva incatenati al piano terra:
Vitti la signa un jornu chi lu pani                             vide la scimmia un giorno che il pane
Di lu cumpagnu era ristatu a terra;                         del compagno era restato a terra;
Ci spija: “A tia la fami 'un manca mai,                     gli domanda: “A te la fame non manca mai,
Pirchì ora 'un manci? Dimmi, chi cosa ài?”           perché ora non mangi? Dimmi, cos’hai?”

Rispunn'iddu: “Malatu 'un micci criju;                   Risponde lui: “Malato non mi credo;
Ma c’aju tra lu cori ‘na gramagghia:                      ma ho nel cuore una grande tristezza:
Lu patruni avi assai chi nun lu viju;                        il padrone è tanto che non lo vedo;
Cui sa?...” Ma lu parrari idda ci stagghia:              chissà? ...” Ma nel parlare lei lo tronca:
“Poh! Nun c'è autru? E di': Senza di tia                   “Poh! Non c’è altro? E di’: senza di te
Lu patruni, chi forsi 'un manciria?”                         il padrone, che forse non mangerebbe?”

Replica: “Nun lu sacciu; ma  mi costa                     Replica: “Non lo so; ma mi consta
Ch'una vota eu mi spersi, e mi circau.                    che una volta io mi persi, e mi cercò.”
Rìpigghia l'àutra: “Nàutra vota apposta               Ripiglia l’altra: “ Un’altra volta di proposito          
Vinni cu un lignu e ti vastuniau,                             venne con un legno e ti bastonò,
E tu, da veru saccu di vastuni,                                 e tu, da vero sacco che prende bastonate,
Ci liccasti li manu e li garruni.”                                gli hai leccato la mano e i calcagni.”

“Chistu, dici lu cani, voli diri                                 “Questo, dice il cane, vuol dire
Aviri gratitudini, ed un cori                                    avere gratitudine, ed un cuore
Chi la cunserva a costu di muriri.”                          che la conserva a costo di morire.”
Ma dici l'autra: “Tu tantu ti accori                       Ma dice l’altra: “Tu  tanto ti accori
Per iddu, ed iddu (si tu spii a mia)                          per lui, e lui (se chiedi a me )
Mancu pinseri e trivulu à di tia.”                         neanche pensieri e preoccupazioni ha per te.”

Grida lu cani: “Menti pri la gula,                        Grida il cane: “Menti per la gola,
Tu, chi sì tutta pazza ed incustanti,                     tu, che sei tutta pazza ed incostante,
Cerchi cumpagni pri nun stari sula.                     cerchi compagni per non stare sola.
Lu patruni mi stima; e non ostanti                       Il padrone mi stima; e non ostante
Ch'iddu nun mi stimassi, eu sempri esattu          che lui non mi stimasse, io sempre esatto
Ci sarrò pri ddu beni chi mi à fattu.                    gli sarò per quel bene che mi ha fatto.

Un cori a la mia speci vòsi dari                          Un cuore alla mia specie volle dare
Gratu e riconoscenti la Natura,                           grato è riconoscente la Natura.
Pirchì duvia sirviri pri esemplari                        Perché doveva servire per esempio
All'omu stissu e ad ogni criatura,                       all’uomo stesso e ad ogni creatura,
Acciò profitti di nostra allianza,                         in modo che approfitti della nostra alleanza
E apprenda gratitudini e custanza.”                 e apprenda gratitudine e costanza”.

INDICE FAVOLE MORALI


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L'ORIGINI DI LU MUNNU -  Poema ironico sull’origine del mondo di Giovanni Meli  l'Abate - In Siciliano e traduzione in Italiano a fronte - Nella originale edizione del 1814 curata dallo stesso Poeta, con le ottave postume ritrovate da Agostino Gallo, con tutte le note filosofiche dello stesso Giovanni Meli, con le note di traduzione delle più difficili parole siciliane, con le note biografiche su Meli e su come nacque questa straordinaria opera, con un disegno di Giove creatore di Dafne Zaffuto - € 12,00 pag. 150 ordinabile tramite   I BUONI CUGINI EDITORI

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 il romanzo "L'Abate Meli" di Luigi Natoli
"Giovanni Meli – Studio critico" di Luigi Natoli
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L’ACEDDI

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