Pensate per un attimo alle ragioni di ERDOGAN
nei confronti dei KURDI
La vecchia favola sul potere dei forti che
trovano in ogni caso una ragione per i loro appetiti.
In questo post potete leggere la poesia in
siciliano Il Lupo e l’Agnello di Giovanni Meli – Il poeta si limita per il
contenuto a trasportare in siciliano l’antica favola, ma con l’uso nel dialogo
della lingua siciliana linguaggio mette in evidenza tutta la ragionevolezza dell’agnello e tutta
la prepotenza del lupo. Qui la versione del Meli la trovate con una traduzione
a fronte a cura di Francesco Zaffuto. Per completare questo post si sono volute
inserire anche le versioni di Esopo –
Fedro e La Fontaine che sono state reperite in rete.
La Favola nella raccolta di Meli porta il numero d'ordine 77°.
La Favola nella raccolta di Meli porta il numero d'ordine 77°.
LU LUPU E L'AGNEDDU IL LUPO E
L’AGNELLO
Arsi di siti un Lupu ed un’Agneddu Arsi di sete un lupo e un
agnello
Eranu capitati, tutti dui erano capitati, tutti
e due
In un tempu, ad un stissu sciumiceddu: in un tempo, ad uno stesso ruscello:
Lu Lupu stava supra, ed
assai chiui il lupo
stava sopra, ed assai più
Sutta l'Agneddu, situatu arrassu, sotto l’agnello, situato
distante
Unni lu ciumi discinneva abbassu. dove il fiume discendeva
in basso.
Lu latru, chi, aducchiandulu tra un lampu, Il ladro, che, adocchiandolo in un
lampo,
Gargiuliari la gula s'intisi, gorgogliare la sua
gola sentì,
Un pretestu di liti misi in campu, un pretesto di lite
mise in campo,
Acciò putissi vèniri a li prisi,
in modo che potesse venire a
zuffa,
E dissi in tonu bruscu e nichiatu: e disse in tono
brusco e crucciato:
“Birbu! pirchì m'ài l'acqua intorbidatu?” “Birbante! Perché mi hai l’acqua
intorbidato?”
Chiddu, trimannu, rispusi: “Vossia (1) Quello, tremando, rispose:“ Vostra Signoria
Mi scusi, e comu mai lu pozzu fari? mi scusi, e come mai lo posso
fare?
È l'acqua sua chi veni ccà unni mia, E’ l’acqua sua che viene qua da me,
Lu ciumi scinni, nun va ad acchianari!” il fiume scende, non va a salire!”
'Nzaccatu a sti ragiuni ddu farfanti, Messo in sacco da queste ragioni quel
furfante,
Subitu nàutru strunfu metti avanti, subito un altro pretesto mette avanti,
Dicennu: “Ora pri biru mi
suvveni, dicendo:
“Ora per vero mi sovviene,
Chi tu, sù circa li sei misi arreri, che tu, circa sei mesi
addietro,
Di mia nun parrasti troppu beni.” di me non parlasti
troppo bene”.
Rispunni ddu mischinu: “E comu veri Risponde quel meschino: “E come
vere
Ponnu essiri sti culpi, quannu natu possono essere queste
colpe, quando nato
Nun era allura e mancu siminatu?” non ero allora e neanche
concepito?”
“Ah, fu to patri, certu, ripigghiau “Ah, fu tuo padre,
certo, ripigliò
Lu lupu, chi di mia ni dissi mali”; il lupo, che di me ne
disse male”;
E in dittu e in fattu cursi, e lu sbranau. e detto e in fatto corse, e lo
sbranò.
Quant'Omini ci sù a stu Lupu uguali, Quanti uomini ci sono a questo lupo
uguali,
Cui pretesti nun mancanu e strumenti a cui pretesti non mancano e
strumenti
Pri opprimiri li debuli e innoccenti! per opprimere i deboli e
innocenti!
Note
1)
Vossia, forma sincopata
di Vostra Signoria. In siciliano fu molto usato per riferirsi a persone di
riguardo, o di età elevata. Usato ancora fino agli anni sessanta e poi
gradualmente sostituito con l’italiano Lei. L’agnello usa il Vossia e chiede
scusa, rivolgendosi al lupo con grande rispetto.
ESOPO
Un lupo che aveva visto un agnello intento a bere presso un
fiume volle divorarlo, accampando una motivazione che fosse plausibile. Perciò,
nonostante si trovasse più a monte, prese ad accusare l'agnello dicendo che gli
intorbidiva l'acqua, impedendogli di bere. Ma il lanuto rispose che stava
bevendo a fior di labbra e che peraltro, trovandosi più a valle, non poteva
sporcare l'acqua a lui.
Il lupo, allora, visto fallire il pretesto addotto, disse:
"Però l'anno scorso tu offendesti mio padre!". E come l'agnello gli
ebbe risposto che a quell'epoca non era ancora nato, gli fece il lupo:
"Guarda che, pure se hai facili gli argomenti per scagionarti, non per
questo rinuncerò a mangiarti!".
La favola dimostra che di fronte a coloro che hanno la
propensione a commettere ingiustizie non può nulla neppure la difesa più
giusta.
FEDRO
Presi dalla sete, un lupo ed un agnello s'erano spinti allo
stesso ruscello; più su s'era fermato il lupo, l'agnello molto più giù. Subito
il delinquente, preso dalla gola malvagia, sollevò un pretesto di contesa.
"Perché", disse, "intorbidi l'acqua che sto bevendo?" E il
timido lanuto: "O lupo, ti prego, perché tu mi rimproveri? Da te alle mie
sorsate il liquido giunge." E quello, sconfitto dall'evidenza del fatto,
disse: "Sei mesi fa mi hai calunniato". E l'agnello: "Non ero
ancora al mondo, in verità". Il delinquente, bestemmiando: "Allora fu
tuo padre a calunniarmi." E così, afferratolo, lo sbrana, con crudele
morte.
Questo discorso vale per quelle persone che calpestano i
deboli con falsi processi.
JEAN DE LA FONTAINE
La favola che segue è una lezione
che il forte ha sempre la miglior ragione.
Un dì nell'acqua chiara d'un ruscello
bevea cheto un Agnello,
quand'ecco sbuca un lupo maledetto,
che non mangiava forse da tre dì,
che pien di rabbia grida: - E chi ti ha detto
d'intorbidar la fonte mia così?
Aspetta, temerario! - Maestà, -
a lui risponde il povero innocente,
- s'ella guarda, di subito vedrà
ch'io mi bagno più sotto la sorgente
d'un tratto, e che non posso l'acque chiare
della regal sua fonte intorbidare.
- Io dico che l'intorbidi, - arrabbiato
risponde il Lupo digrignando i denti, -
e già l'anno passato
hai sparlato di me. - Non si può dire,
perché non ero nato,
ancora io succhio la mammella, o Sire.
- Ebbene sarà stato un tuo fratello.
- E come, Maestà?
Non ho fratelli, il giuro in verità.
- Queste son ciarle. È sempre uno di voi
che mi fa sfregio, è un pezzo che lo so.
Di voi, dei vostri cani e dei pastori
vendetta piglierò -.
Così dicendo, in mezzo alla foresta
portato il meschinello,
senza processo fecegli la festa.
che il forte ha sempre la miglior ragione.
Un dì nell'acqua chiara d'un ruscello
bevea cheto un Agnello,
quand'ecco sbuca un lupo maledetto,
che non mangiava forse da tre dì,
che pien di rabbia grida: - E chi ti ha detto
d'intorbidar la fonte mia così?
Aspetta, temerario! - Maestà, -
a lui risponde il povero innocente,
- s'ella guarda, di subito vedrà
ch'io mi bagno più sotto la sorgente
d'un tratto, e che non posso l'acque chiare
della regal sua fonte intorbidare.
- Io dico che l'intorbidi, - arrabbiato
risponde il Lupo digrignando i denti, -
e già l'anno passato
hai sparlato di me. - Non si può dire,
perché non ero nato,
ancora io succhio la mammella, o Sire.
- Ebbene sarà stato un tuo fratello.
- E come, Maestà?
Non ho fratelli, il giuro in verità.
- Queste son ciarle. È sempre uno di voi
che mi fa sfregio, è un pezzo che lo so.
Di voi, dei vostri cani e dei pastori
vendetta piglierò -.
Così dicendo, in mezzo alla foresta
portato il meschinello,
senza processo fecegli la festa.
La favola nelle versione di Esopo – Fedro e La
Fontaine – sono state tratte per le loro versioni e traduzioni da
L'ORIGINI DI LU MUNNU - Poema ironico sull’origine del mondo di Giovanni Meli l'Abate - In Siciliano e traduzione in Italiano a fronte - Nella originale edizione del 1814 curata dallo stesso Poeta, con le ottave postume ritrovate da Agostino Gallo, con tutte le note filosofiche dello stesso Giovanni Meli, con le note di traduzione delle più difficili parole siciliane, con le note biografiche su Meli e su come nacque questa straordinaria opera, con un disegno di Giove creatore di Dafne Zaffuto - € 12,00 pag. 150 ordinabile tramite I BUONI CUGINI EDITORI
In occasione del bicentenario di Giovanni Meli 1815 – 2015 - In un solo volume:
il romanzo "L'Abate Meli" di Luigi Natoli
"Giovanni Meli – Studio critico" di Luigi Natoli
tutte le poesie che Luigi Natoli inserì nel trattato "Musa siciliana".
E in Appendice tante poesie di Giovanni Meli con testo italiano a fronte a cura di Francesco Zaffuto.
Il volume di 730 pagine al prezzo di € 25,00 – può essere richiesto alla casa editrice
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L’ACEDDI
il libro con le favole di Giovanni Meli sugli uccelli – poesie siciliane con traduzione in italiano a fronte di Francesco Zaffuto - pag. 103 - € 10,00 - ordinabile direttamente alla casa editrice al
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