domenica 14 giugno 2020

L'amico del Capo

Mostrare di poter vantare amicizie molto in alto a volte è un modo furbo per approfittare

del popolo credulone; 
ma spesso è la prerogativa degli asini.

Nella XII Favola Morale
Giovanni Meli 
narra di come un Asino
per un certo tempo fu creduto
amico del Leone




LU LIUNI, LU SCECCU ED AUTRI ANIMALI      IL LEONE, L’ASINO ED ALTRI ANIMALI

Un liuni un sceccu vitti,                                      Un leone un asino vide,
Chi pascia tra la gramigna,                                 che pascolava tra la gramigna,
Lu squatrau, ma nun lu critti                              lo osservò, ma non lo credette
Una preda d'iddu digna.                                      una preda di lui degna.

Nonostanti si ci accosta                                      Nonostante ci si accosta
Pri truvarsi un'ammucciagghia,                          per trovare a nascondersi,
Stanti chi facia la posta                                       stante che faceva la posta
Ad un ursu di gran vagghia.                               ad un orso di grande stazza.

Trema l'asinu e si annicchia                               Trema l’asino e si rannicchia
In vidirlu avvicinari;                                             nel vederlo avvicinare;
Iddu pàrracci a l'oricchia                                    lui gli parla all’orecchia
E ci dici: 'Un ti scantari;                                     e gli dice: Non ti spaventare;

Statti firmu avanti a mia,                                   statti fermo davanti a me,
Ch'eu ti guardu d'ogni tortu.                               ch’io ti guardo da ogni torto.
Ddu animali si cantìa,                                         Quell’animale si spaventa,
Pri lu scantu è menzu mortu.                              per la paura è mezzo morto.

Puru fa quantu ci dici                                         Eppure fa quanto gli dice
Pirchì sbàttiri 'un pò chiui, (1)                           perché non ha altra scelta, (1)
Cussì stannu comu amici,                                  così stanno come amici,
Stritti e 'ncutti tutti dui.                                      stretti e vicini tutti e due.

Lu liuni già in distanza                                       Il leone già a distanza
Scopri l'ursu, chi si affaccia,                               scopre l’orso, che si affaccia,
E ad un sàutu si sbalanza,                                   e ad un salto si slancia,
Curri a dàricci la caccia.                                     corre a darci la caccia.

L'animali, sin di allura                                        Gli animali, sin d’allora
Chi lu Re tra ddi cuntrati                                    che il Re tra quelle contrade
Era apparsu, pri paura                                        era apparso, per paura
Tutti si eranu 'ntanati,                                         tutti si erano rintanati,

Ed avennu cu esattizza                                        e avendo con esattezza
Da l'ingagghi taliatu                                            dalle fenditure guardato
L'amicizia e la 'ncuttizza                                     l’amicizia e la strettezza
Chi a lu sceccu avia accurdatu,                           che all’asino aveva accordato,

Incomincianu a guardarlu                                   incominciano a guardarlo
Per un grossu personaggiu,                                per un grosso personaggio,
Onorarlu, ossequiarlu,                                        onorarlo, ossequiarlo,
Ed a fàricci anchi omaggiu.                               ed a fargli anche omaggio.

A lu signu chi dd'armali,                                    Al punto che quell’animale,
Pri li tanti vampaciusci, (2)                                per i tanti splendori, (2)
Si è scurdatu quantu vali,                                   si è scordato quanto vale,
Chiù se stissu nun conusci.                                più se stesso non conosce.

S'ingannaru, ed iddu ed iddi,                             S’ingannarono essi ed esso,
Chi applicaru a lu liuni                                        che applicarono al leone
Ddi viduti picciriddi,                                            quelle vedute di bambini,
Chi a lu vulgu su’ comuni. (3)                            che al volgo sono comuni. (3)                        

Cu' è politicu li miri                                          Chi è politico le mire                                       
Chiusi l'à cu chiavi e toppi (4)                          chiuse le ha con chiavi e serrature (4)
E pri 'un farli travidiri                                       e per non farle intravedere
Batti aremi e joca coppi. (5)                            batte ori e gioca a coppe. (5)

Note
1)      Pirchì sbàttiri 'un pò chiui = perché sbattere non può più talmente sta stretto e non ha altra
   scelta. In siciliano è diffuso il modo di dire:  nun ’avi unni iri a sbattiri.
2)      Vampaciusci = fuscelli secchi e facili a prendere fuoco, qui usato come splendori senza realtà.
3)      a lu vulgu su’ comuni =  comuni al popolo credulone, e qui usa espressamente volgo il senso
   dispregiativo.
4)      cu chiavi e toppi = con chiavi e serrature. Le sue mire il politico arguto le tiene ben nascoste.
5)      Batti aremi e joca coppi = batte ori e gioca a coppe, in siciliano è un modo di dire
   del bleffare al gioco, mostrare di avere carte buone ma in realtà avere ben poco.

INDICE FAVOLE MORALI


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