martedì 6 luglio 2021

La Bucolica - L'Està - l'Estate - Idillio IV - TEOCRITU

 




Giovanni Meli - l'Abate

La Bucolica

L'Està - l'Estate

IDILLIO IV

TEOCRITU

LA BUCOLICA di G. Meli INDICE PARTI

Qui di seguito è inserito in forma integrale, e con testo in italiano a fronte, l'intero Idillio IV intitolato a TEOCRITO - Il testo è come un'ode all'Agricoltura, al Lavoro degli uomini e alla Pace.  Il TEOCRITO di Meli narra della Sicilia al Tempo di Gelone; ma è una narrazione ideale senza Tempo.

IDILIU IV

Teocritu (1)

 

Decisu pri Marcellu ormai lu fatu,  (2)               Deciso per Marcello ormai il fato,

Siragusa cadiu, ed a l' Elisi (3)                              Siracusa cade, e agli Elisi

Lu Geniu di Sicilia è vulatu.  (4)                            il Genio della Sicilia è volato.

 

Ddà ci cùrsiru incontru a vrazza stisi                  Là gli corsero incontro a braccia tese

L'umbri di li soi figghi, chi la fama                       l’ombre dei suoi figli, che la fama

Di li fauci d'obliu teni divisi.                                  della falce dell’oblio tiene divisi.

 

A vista di dd'oggetti chi tant'ama,                       A vista di Loro che tanto ama,   

E chi strappati d'Atropu ci foru,  (5)                    e che strappati d’Atropo gli furono,

Godi, tripudia, e a nomu si li chiama;                 gode, esulta, a nome se li chiama;

 

Oh li diletti mei, tu ApoUodoru!  (6)                    Oh i diletti miei, tu Apollodoro!

Tu Archimedi, tu Empedocli e Geluni!                  tu Archimede, tu Empedocle e Gelone!

Gorgia, Caronna, Iceta, e Stesicoru!                     Gorgia, Caronda, Iceta, e Stesicoro!

 

Tu Epicarmu, tu Antiocu e Diuni!                           tu Epicarmo, tu Antioco e  Dione!

Tu Erodotu, tu Lisia e Timogeni!                            tu Erodoto, tu Lisia e Timogene!

Tu Eumeru, Moscu, Sofocli e Damuni!                  tu Evemero, Mosco, Sofocle e Damone!

 

Tu Teocritu, Erodicu ed Alcimeni!                           tu Teocrito, Erodico ed Alcmane!...

Cussi cu chisti ed antri umbri onorati                   Così con queste ed altre ombre onorate

In estasi di gioia si tratteni.                                      in estasi di gioia si trattiene.

 

Tutti attornu mustravanu anzietati                        Tutti attorno mostravano ansietà

Guardannu attenti... Iddu cumprisi e dissi :          guardando attenti… Lui comprese e disse:

Sti lochi a li delizii su sagrati,                                     questi luoghi alle delizie sono sacre,

 

Nessuna idìa ch'in terra l'alma afflissi,               nessuna idea che in terra l’anima afflisse,

Ardisci cà di penetrari, saggiu                              ardisce qua di penetrare, saggio

Lu destinu accussì vosi  e prescrissi,                    il destino così volse e prescrisse,

 

Restanu l'idei tristi a lu malvaggiu                       restano l’idee tristi al malvagio

Geniu, chi tra li baratri d'Avernu (7)                    genio, che tra i baratri d’Averno

Si porta stu funestu ereditaggiu;                         si porta questo funesto eremitaggio;

 

Nui però destinati a lu supernu                            noi però destinati al supremo

Alloggiu di piaciri conservamu                            alloggio, di piaceri conserviamo

Li chiù grati memorii ntra l'internu;                   le più grate memorie nell’interno;

 

Cà puri in chisti ni deliziamu,                                   qui pure in queste ci deliziamo,

E giacchì su annigghiati  li presenti,                     e giacché sono annebbiati i presenti,

Li beddi tempi antichi ripassamu.                         i bei tempi antichi ripassiamo.

 

Tu, chi di li Cameni si' parenti (8)                        Tu, che delle Camene sei parente

Teocritu, rinnovaci l'idei                                        Teocrito, rinnovaci l’idee

Di la felici epoca tua ridenti.                               della felice epoca tua ridente…

 

Invocati Teocritu li Dei                                          Invocati Teocrito gli Dei

Di la memoria, cussi a diri misi :                         della memoria, così si mise a dire:

Oh nui beati quattru voti o sei.                         “ Oh noi beati quattro volte o sei,

 

Cui di chianuri fertili ed estisi,                         che di pianure fertili ed estese,

Unniggianti di fulti e biunni spichi,                ondeggianti di folte e bionde spighe

La natura ci fu larga e curtisi.                           la natura fu larga e cortese.

 

Chi piaciri a guardarli, o binidichi!                Che piacere a guardarle, o benedette!

E quannu annunziava cu l'estati                   e quando annunciava con l’estate

La cicala un ccmpensu a li fatichi,                 la cicala un compenso alle fatiche,

 

Chiurma di mitituri li lunati                               ciurma di mietitori le lunate

Fauci impugnannu : Oh dia, gridava, forti,     falci impugnando: oh Dea, gridava, forte,

Ch'ai di spichi li frizzi curunati,                         che hai di spighe le trecce coronate,

 

Cuncedi a lu patruni bona sorti,                        concedi al padrone buona sorte,

E fa, chi stisu a terra stu lavuri                         e fa, che steso a terra questo campo di frumento

Crìscia di pisu e bona grana porti,                   cresca di peso e buona grana porti,

 

Scànzalu da nigghiazzi e da muffuri,                   mettilo al riparo da nebbie e muffe,

Ch'anchi a li gregni  apportanu gran danni       che anche ai covoni apportano gran danno

E fa chi di li fusti suchi umuri.                               e fa che dai fusti succhi umore.

 

Ma lu burgisi  fora di li panni (9)                          Ma il fattore fuori di se stesso     

Pri lu piaciri, jia gridannu : Deja                           per il piacere, andava gridando: su via

Lesti li manu, e poi c'è un ciascu granni:      veloci le mani, e poi c’è un fiasco grande:

 

Lu vino fa passari ogni nicheja,                         il vino fa passare ogni fastidio,

E leva ogni stanchizza... deja, prestu;              e leva ogni stanchezza … su via, presto;

A tempu di merenna poi si seja.                       al tempo di merenda poi  si siede.

 

Mitìa la chiurma intantu, e d'idda un restu       Mieteva la ciurma intanto,  e una parte di essa

Li manni ammazzunava, e li ligami                     fasciava le spighe, e i legami

Strincìa sutta un dinocchiu prontu e lestu.        stringeva sotto un ginocchio pronto e veloce.

 

Chi dirrò di l'armenti e bestiami ?                         Che dirò degli armenti e bestiame?

Sbarazzati li mazza di li spichi                                  Sciolti i mazzi delle spighe

Cuprìanu li ristucci  comu sciami. (10)                    coprivano le ristucce come sciami.

 

Ed in distanza, li collini aprichi                               Ed in distanza, le colline soleggiate

Sintìamu risunari a li muggiti                                 sentivamo risuonare dei muggiti

Di voi, di tori, vacchi e soi nutrichi.                     di buoi, di tori, vacche e suoi vitelli.

 

E li pecuri a guardii in varii siti                           E le pecore a branchi in vari posti

Vidiamu, e ntra li costi di muntagni,                 vedevamo, e tra i costoni di montagne,

O in mezzu a macchi, e sutta l'oliviti.               o in mezzo a macchie, e sotto gli uliveti.

 

E li mandri, chi a modu di cuccagni,                 E le mandrie, che a modo di cuccagna,

Di provuli abbunnavanu e ricotti,                    di provole abbondavano e ricotte,

Di tumi  a furma, a feddi  ed a lasagni.            di tuma a forme, a fette ed a lasagna.

 

E ‘ntra allegri merenni, e ciaschi. e gotti        E tra allegre merende, e fiaschi, e coppe

Cu vaghi Ninfi ‘ntra ciuriti prati                        con vaghe Ninfe,  tra fioriti prati

Ballavanu li granni e li picciotti.                         ballavano i grandi e i giovani.

 

L'echi chi attornu stavanu ingruttati,               Gli echi che attorno stavano nascosti,

Risunavanu tutti ripitennu                                 risuonavano tutti ripetendo

Li soni e canti armuniusi e grati.                        i suoni e canti armoniosi e grati.

 

E li ciumi chi liberi scurrennu                                  E i fiumi che liberi scorrevano

‘Nntra junchi e canni in funnu a li vadduni,         tra giunchi e canne in fondo ai valloni,

Liggi avianu da l'omini di sennu, (11)                    leggi avevano da uomini di senno,

 

Pri cui vinìanu sutta li timpuni                              per cui venivano sotto le zolle

di terri coltivati abbivirannu                                 di terre coltivate abbeverando

Li risèri e nuàri  di muluni;                                     le risaie e i campi di meloni;

 

E l'ortaggi ch 'avianu tuttu l'annu                    e gli ortaggi che avevano tutto l’anno

Grassa fugghiami, e li jardini fulti                     grosso fogliame, e i giardini folti

pri la carrica quasi sdirramannu.                      per la carica quasi  traboccando.

 

L'alpestri cimi di muntagn’inculti                         Le alpestre cime di montagne incolte

‘Ntra  ulivi e querci, ‘ntra castagni e pini;           tra ulivi e querce, tra castagni e pini;

Imbuscati si stavanu ed occulti,                            imboscate stavano e nascoste,

 

Dannu alloggiu e riposu a piìligrini                      dando alloggio e riposo a pellegrine

Groi, chi stanchi da li soi viaggi                           Gru, che stanche dei loro viaggi

Li pioggi annunziavanu vicini.                               le piogge annunciavano vicine.

 

Voschi da cui traìanu li villaggi                             Boschi da cui traevano i villaggi

Travi pri fabbricari, e frutti e ghiandri                travi per fabbricare, e frutti  e ghiande

pri porci,  ed àutri armali non salvaggi.             per porci ed altri animali non selvaggi.

 

E ligna da bruciari utili a mannari                     E legna da bruciare utile alle mannare

E a la viddana chi va a cucinari                         e alla villana che va a cucinare

Quannu tornanu a giuccu  li calandri.             quando tornano ad appollaiarsi i calandri.

 

Ura, in cui si vidìanu riturnari                           Ora in cui si vedevano ritornare

A sonu di sampugni e friscaletti                       a suono di zampogne e zufoli

Li pasturi, sfidannusi a cantari.                        i pastori, sfidandosi a cantare.

 

Cui scummittia  dui teneri capretti,               Chi scommetteva due teneri capretti,

Cui ‘na pulita ciotula di vusciu (12)                chi una pulita ciotola di bosso

Ch'in rigalu la sòggira  ci detti:                        che in regalo la suocera gli diede:

 

C'era fora sculpitu affrittu e musciu               C’era fuori scolpito afflitto e moscio

Un pastureddu, a cui lu lupu un beccu           un pastorello, a cui il lupo un montone

Ci avia rubatu senza fari scrusciu,                   gli aveva rubato senza fare rumore:

 

All'àutru latu c'era' supra un sceccu              all’altro lato c’era sopra un asino

Un picciriddu, e ‘nàutru poi di ‘nterra           un ragazzino, e un altro poi da terra

Ci tirava pr'invidia lu cileccu.                           gli tirava per invidia il farsetto.

 

Quant'è diversa sta ‘nnoccenti guerra         Quanto è diversa quest’innocente guerra

Unni presedi  Apollini, da chidda (13)          dove presiede Apollo, da quella

Dunni c'è Marti chi ferisci e atterra!             dove c’è Marte che ferisce e atterra!

 

Oh furtunata genti, oh beatidda,                  Oh fortunata gente, oh beati loro

Chi sapia ben conusciri e gustari                  che sapevano  ben conoscere e gustare

Li veri doni di benigna stidda !                      i veri doni di benigna stella!

 

Stavasi in iddi amuri ad intricciari               Stava in loro amore ad intrecciare           

Catini, non di duru ferru o d'oru,                catene, non di duro ferro o d’oro,

Chi su sempri gravusi a strascinari,            che sono sempre gravose a trascinare,

 

Ma di frunni e di ciuri, chi ristoru                ma fronde di fiori, che ristoro

Davanu all'alma, e 'un eranu di pisu,           davano all’anima, non erano di peso,

E spissu ci agghiuncìa dèlficu alloru;          e spesso vi aggiungeva delfico alloro;

 

Quali un focu svigghiàvacci improvisu        come un fuoco li svegliava improvviso

Chi prorumpeva in canti accussi grati,        che prorompeva in canti così grati,

Chi chiù voti ni fu Pani surprisu,                   che più volte Pan ne fu sorpreso,

 

E chiusu ntra ‘na macchia, li ncirati           e dal chiuso di una macchia, le cerate

Canni soi animannu, accumpagnari            canne sue animando, accompagnare

Si benignava anch'iddu ddi cantati.            si benignava anche lui quelle cantate.

 

Baccu ogn'annu vineva ad abbunnari       Bacco ogni anno veniva ad abbondare

Li tini e li palmenti, e di li viti                       i tini e i palmeti, e delle viti

Faceva li purpànj  pruspirar!                        faceva le propaggini prosperare!

 

Oh li nettari grati ed esquisiti                    Oh i nettari grati e squisiti,

Di li siragusani mei licuri!                           dei siracusani miei liquori!

Grazii Geruni a tia chi n'ài struiti.             Grazie Gelone a te che ci hai istruiti.

 

Tu chi nun sparagnasti e studii e curi      Tu che non risparmiasti e studi e cure

Pr'esaltari, e cu premj ìncoraggiri              per esaltare, e con premi incoraggiare

L'utili cetu di l'agriculturi.                            l’utile ceto degli agricoltori.

 

Comu a ddi tempi si vidìa ciurirì              Come a quei tempi si vedeva fiorire

Sicilia tutta in generi e produtti,              Sicilia tutta in generi e prodotti,

Veri ricchizzi pri cui sa godiri.                   vere ricchezze per cui sa godere.

 

Pri l'abbundanza di li grani e frutti            Per l’abbondanza dei grani e frutti

Multiplicannu l'omini a migghiara            moltiplicando gli uomini a migliaia

Eranu popolati e campi e grutti;               erano popolati campi e grotte;

 

A tanti vrazza, chi facìanu a gara               a tante braccia, che facevano a gara

Pri dàrici a la terra e motu e vita,              per dare alla terra e moto e vita,

Idda 'un fu mai di soi tesori avara.           ella non fu mai dei suoi tesori avara.

 

L'industria umana quann'un Re la ‘nvita,    L’industria umana quando un Re l’invita,

La premia, incuraggisci ed assicura             la premia, incoraggia ed assicura

Pò mai negarsi e starisi rumita?                  può mai negarsi e starsene nascosta?

 

Parli Caronna, chi a li patrii mura (14)        Parli Caronda, che alle patrie mura

Savii liggi dittau, sì forsi in chisti                   sagge leggi dettò, se forse in queste

Trascurata fu mai l'agricoltura?                    trascurata fu mai l’agricoltura?

 

Liggi, chi poi rignari foru visti                       Leggi, che poi regnare furono viste

In tutta la Sicilia, ed impegnaru                    in tutta la Sicilia, ed impegnarono

L'esteri nazioni a farni acquisti;                   le nazioni estere ad imitarle;

 

In virtù d'iddi tantu prosperaru                 In virtù di esse tanto prosperò

La Sicilia e l'àutri isuli vicini,                      la Sicilia e le altre isole vicine

Chi di l'Italia fu ditta granaru.                     che dell’Italia fu chiamata granaio.

 

L'Esperid'Orti e fertili jardini (15)                   Gli orti d’Esperedi e fertili giardini

Favulusi di Alcinou su’ reali (16)                       favolosi di Alcinoo sul regale

In Muncibeddu e in tanti soi cullini.(17)        in Mongibello e in tante sue colline.

 

Oh li frutti esquisiti e colossali !                      Oh i frutti squisiti e colossali!

Li puma eranu citri a la grussizza,  (18)           I pomi erano cedri per grossezza,

Bastava un piru a quattru commenzali.          bastava una pera per quattro commensali.

 

Chi dirò di l'agrumi? Oh chi biddizza!            Che dirò degli agrumi? Oh che bellezza!

Vidìrici pinnenti tuttu l'annu                            Vederci  pendenti tutto l’anno

Frutti, chi all'agru spusanu ducizza!               frutti, che all’agro sposano dolcezza!

 

E mentri alcuni invidia all'oru fannu,             E mentre alcuni invidia all’oro fanno,

Autri spuntanu appena da li ciuri,                  altri spuntano appena dai fiori,

Antri pendinu virdi maturannu !                     ed altri pendono verdi maturando!

 

Suavi è di li zagari l'oduri,                               Soave è delle zagare l’odore,

Li scorci aromi sù  grati odurusi,                     le bucce sono di grato aroma odorose,

E oduranu li frunni e trunchi duri!                  ed odorano le fronde e tronchi duri!

 

Li puma di l'Esperidi famusì                          I pomi degli Esperidi famosi

Criduti d'oru e chiddi d'Atalanta (19)         creduti d’oro e quelli di Atlantide

Nun foru chi st'aranci priziusi.                      Non furono che queste arance preziose.

 

L'ambrosia di li Dei, chi si decanta               L’ambrosia degli Dei, che si decanta

Nun è,  chi malvasìa,  chi si produci               non è, che malvasia, che si produce

Da una viti chi in Lipari si chianta. (20)        da una vite che in Lipari si pianta.

 

Tra li muntagni Iblei lu biunnu e duci         Tra i monti Iblei il biondo e dolce

Nettari, chi ci apprestanu li ciuri,                  nettare, che ci prestano i fiori,

Ebi in forma di apuzza lu cunnuci.(21)         Ebe in forma di piccola ape lo conduce.

 

Vita biata di l'agricolturi,                                 Vita beata degli agricoltori,

Chi àutri bisogni 'un conuscìanu allora,         che altri bisogni non conoscevano allora,

Chi essiri cautelati da furturi;                           che essere cautelati dalla sfortuna;

 

Pri tuttu lu dicchiù supplìa natura,                 per tutto il di più suppliva la natura,

Clima benignu, terri aprichi e grati,               clima benigno, terre soleggiate e grate,

Chi esigìanu lu giustu e non l'usura.              che esigevano il giusto e non l’usura.

 

Li proprietà di ognunu assicurati                   Le proprietà di ognuno assicurate

Eranu sinu all'infimu viddanu                         erano fino all’ultimo villano

Da liggi santi e beni amministrati.              da leggi sante e bene amministrate.

 

Lu pubblicu costumi interu e sanu              Il pubblico costume intero e sano

Rignava tra citati e tra villaggi,                     regnava tra città e tra villaggi,

Ed era l'omu dapertuttu umanu.                   ed era l’uomo dappertutto umano.

 

A li stissi nimici, e a li sarvaggi,                    Agli stessi  nemici, e ai selvaggi,

Si mustrava beneficu inspirannu                 si mostrava benefico ispirando

Senzi d'umanità benigni e saggi.                  sensi d’umanità benigni e saggi.

 

Nun ottìnniru paci si non quannu                   I punici, non ottennero pace

A Geluni li Punici juraru     (22)                      se non quando a Gelone giurarono

Scacciari un sacrifiziu esagrannu;                 di scacciare un sacrificio esecrando;

 

Chiù li vittimi umani nun scannaru             più le vittime umane non scannarono

All'ara di Saturnu, ne inumanu                     all’ara di Saturno, né inumano

Ministru chiù avvicinasi a l'autaru.              sacerdote più si avvicinò all’altare.

 

Quali conquistaturi, o eroi suvranu              Quale conquistatore, o eroe sovrano

Uguagghia mai la gloria di Geluni,                 uguaglia mai la gloria di Gelone,

Chi sparagnau, non sparsi sangu umanu?     che risparmiò, non sparse sangue umano?

 

Chi la forza, li flotti e li squatruni                Che la forza, le flotte e gli squadroni

Nun impiegau provincj a suggiugari,           non impiegò province a soggiogare,

Ma a stabiliri in tronu la ragiuni.                  ma a stabilire in trono la ragione.

 

Sta virtù vera mai potti allignari                  Questa virtù vera mai poté attecchire

In terra, né tra l'omini c’ncugna,                  in terra, né tra gli uomini si avvicina,

Di nostra età fu pregiu singulari.                  della nostra età fu pregio singolare.

 

Oh si ncanciu  di un'umili sampugna,        Oh se in cambio di un’umile zampogna,

Comu chidda meonia àuta e sonora,         come quella mehonia (pianta) alta e sonora,

‘Na trumma avissi avutu tra li pugna!         una tromba avessi avuto tra i pugni!

 

La razza umana nun sarebbi ancora            La razza umana non sarebbe ancora

Illusa da ‘na falsa gloria e un vantu              illusa da una falsa gloria e un vanto

Scioccu, chi la degrada e la divora!              sciocco che la degrada e la divora!

 

Omeru, Omeru, oh quantu luttu e chiantu    Omero, Omero, oh quanto lutto e pianto

Ha purtatu a li miseri murtali                            ha portato ai miseri mortali

La trumma tua, chi fu sonora tantu! (23)       la tromba tua che fu sonora tanto!

 

Chi fissau di la fama supra l'ali                         Che affisse la fama sopra le ali

Cui meritava tra l'obliu periri                           di chi meritava tra l’oblio perire

Cu li tigri e liuni ad iddu uguali!                       con le tigri e leoni ad egli eguali!

 

Chi di glorii adurnau li straggi e l’iri,             Che di glorie adornò le stragi e le ire,

Dànnu a feroci titulu d'eroi…                         dando a feroci titolo di eroi …

Ma d'Atropu chi chiù si putia diri?(24)        ma della Morte  di più si poteva dire?         

 

La morti dunca a li ministri soi,                       La morte dunque ai ministri suoi,

Si su oggetti di gloria tra lu munnu,               se sono oggetti di gloria tra il mondo,

Negari ad un carnifici la pòi?                            negare ad un carnefice la puoi?

 

Alessandru augurannusi un secunnu(25)        Alessandro augurandosi un secondo

Omeru, chi cu Achilli l'esaltassi                        Omero, che con Achille l’esaltasse,

Mezzu globu infestau da capu a funnu.           mezzo globo infestò da capo a fondo.

 

Marciannu poi di chisti, su li passi,                     Marciando dopo di questi, sui loro passi,

Tant'àutri omini torbidi e ‘ncueti  (26)              tanti altri uomini torbidi e inquieti

Straggi ànnu fattu in terra e gran fracassi.         stragi hanno fatto in terra e gran fracassi.

 

E chisti da l'istorici e poeti                                   E questi dagli storici e poeti

Su titulati eroi per ecu fari                                    sono titolati eroi per eco fare

A dda trumma chi ancora si ripeti!                     a quella tromba, che ancora si ripete!

 

Né si avverti, chi chista ardiu purtari                 Né si avverte, che questa ardì portare

La discordia anch'in celu tra li Dei, (27)              la discordia anche in cielo tra gli Dei,

E ch'in barbara età misi a sunari!                        e che in barbara età mise a suonare!

 

Né  s'avverti, chi Teucri ed Achei,                       Né si avverte, che Troiani ed Achei,

L'uni vinti e bruciati, àutri dispersi                      gli uni vinti e bruciati, gli altri dispersi

Foru, e distrutti da flagelli rei!                             furono e distrutti da flagelli rei!

 

E chi a li vincituri ed a li persi                              E che ai vincitori e ai persi

La vinnitta focu è divoraturi                               la vendetta è fuoco divoratore

Chi li distrudi pri tutti li versi.                              che li distrugge in tutti i versi;

 

Infausta a tutti, comu li punturi                        infausta a tutti come le punture

Di dd 'insetti, chi lassanu la vita                       di quegli insetti, che lasciano la vita

Nell'attu di sfogari lu fururi!                             nell’atto di sfogare il furore!

 

Saggi foru l'età chi conferita                         Sagge furono l’età che conferita

Hannu la gloria e l'immortalitati                  hanno la gloria e l’immortalità

Cui fu la forza a li bon'opri unita,                 a chi la forza fu alle buone opere unita,

 

E a chiddi, chi l'umani societati                  e a quelli che l’umana società

Beneficannu si su fatti amichi                    beneficando si sono fatta amica

Pri utili e vantaggiusi ritruvati.                   per gli utili vantaggi ritrovati.

 

Erculi pri li dudici fatichi, (28)                         Ercole per le dodici fatiche,

Baccu pirch'inventuri di lu vinu,                    Bacco perché inventore del vino,

Cèreri chi truvau li biunni spichi,                Cerere che trovò le bionde spighe,

 

Trittolemu, Esculapiu, e lu di vinu               Trittolemo, Esculapio, e il divino

Vulcanu, chi pri mezzu di lu focu                 Vulcano, che per mezzo del fuoco

Detti a metalli un'utili destinu.                    dette ai metalli un utile destino.

 

Sti sani idei su conosciuti pocu                    Queste sane idee sono conosciute poco

Ogg'in terra; sta in celu e tra l'Elisi             oggi in terra; sta in cielo e tra gli Elisi

La Verità, né cancia situ o locu.                   la Verità, né cambia sito o luogo.

 

Oh! si all'omini fussi idda palisi!                 Of! se agli uomini fosse ella palese!

Di miserii 'un sarrèvanu   un teatru,          Di miserie non sarebbero un teatro,

E l'onuri e la gloria in àutu misi,                 e l’onore e la gloria in alto mise,

 

Risplinnirìanu in paci ntra l'aratru”.         risplendendo in pace tra l’aratro”.

 

1)      Idillio dedicato a Teocrito – poeta siceliota inventore della poesia bucolica

2)      L’idillio si apre con i versi dedicati alla caduta di Siracusa ad opera di Marcello https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Siracusa_(212_a.C.)

3)      Riferimento ai Campi Elisi

4)      Il Genio della Sicilia è qui descritto come una Identità personificata e che incontra ai Campi Elisi le personalità più illustri della Sicilia della Magna Grecia.

5)      Atropo – una delle  Parche -  tre divinità della mitologia classica (Cloto, Làchesi, Àtropo) che presiedevano al destino dell’uomo dalla nascita alla morte. In particolare, Àtropo, quella che recideva il filo della vita.

6)      In questo gruppo di versi Meli fa un elenco di nomi;  qui per documentazione, per ognuno di loro, abbiamo inserito un link: Apollodoro – probabile riferimento ad Apollodoro di Gela;  Archimede

Empedocle; Gelone; Gorgia; CarondaIceta; Stesicoro; Epicarmo; Antioco; Dione; Erodoto; Lisia; Timogene – riferimento non trovato; Evemero; Mosco; Sofocle; Damone; Teocrito; Erodico; Alcmane

7)      Averno regno degli inferi.

8)      Tu che delle Camene (divinità arcaiche delle sorgenti) sei parente, Teocrito,  rinnovaci le idee della felice epoca tua…  Da questo punto inizia la narrazione di Teocrito che proseguirà fino alla fine dell’Idillio.

9)      Burgisi – il fattore del campo. Anche se il racconto è quello di Teocrito, il poeta Meli usa con burgisi  una espressioni della sua epoca.

10)   Una volta sciolte le spighe e poste sull’aia, sarebbero state pestate dai piedi dei buoi o cavalli; e diventate grano e paglia.

11)   I fiumi descrive che erano in parte liberi e in parte inseriti in un ordinato sistema di irrigazione di campi ed orti.

12)   Ciotola di vusciu – bosso – ciotola di legno di bosso; che nei versi successivi viene descritta per le sculture che riporta ai lati.

13)   In questi tre versi vuole portare una distinzione tra ciò che è la contesa dentro la natura e tra gli uomini , e ciò che è vera e propria guerra sanguinolente e distruttrice;  la prima sotto gli auspici di Apollo e la seconda sotto quelli di Marte.

14)   Parli Caronda – antico legislatore di Catania.

15)   Esperidi  orti mitologici ove nascevano pomi d’oro del culto di Hera.

16)   Riferimento ai giardini vasti e magici di Alcinoo padre di Nausica.

17)   Riali Muncibeddu –  Reale Mongibello – il grande e Reale Monte Etna.

18)   Descrivere giocosamente la grandezza di tutti i frutti, un pomo (o mela) lo paragona a un cedro e poi dice che una pera bastava a soddisfare quatto commensali.

19)   Atlanta – Atlantide – il misterioso continente scomparso descritto da Platone.

20)   Riferimento alla Malvasia con cui si produce il Passito di Lipari (isole Eolie).

21)   Riferimento alla figura mitologica di Ebe che serviva ambrosia agli dei; ed il riferimento al particolare e dolce miele dei monti Iblei.

22)   Anche Erodoto, trattando dello scontro decisivo di Himera del 480 a.C.  dove Gelone di Siracusa, grazie all'alleanza con Terone di Agrigento, riuscì a riportare una storica vittoria sui Cartaginesi; afferma che Cartagine  dovette pagare un pesante indennizzo e che nel trattato stipulato, Gelone inserì che essi dovevano rinunciare ai sacrifici umani e soprattutto all'immolazione dei figli primogeniti nei Tofet.

23)   Omero  - in questo richiamo ad Omero – il Meli, tramite Teocrito – stigmatizza soprattutto l’Iliade  come fonte di gloria per uomini feroci.

24)   Richiamo  di nuovo ad Atropo – una delle Parche – come richiamo alla morte.

25)   Esplicito richiamo ad Alessandro Magno.

26)   Qui il riferimento è generico e non esplicito, ma non occorre dimenticare che nell’epoca di Meli era in auge la figura di Napoleone Bonaparte.

27)   Riferimento sempre all’Iliade e alla contesa tra gli Dei;  e Meli scenicamente sta facendo parlare Teocrito.

28)   Qui elenca i miti considerati portatori di benefici alla società umana: Ercole, Bacco, Cerere, Tittolemo, Esculapio, Vulcano.

Immagine pesatura del grano da

LA BUCOLICA di G. Meli INDICE PARTI

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