martedì 6 luglio 2021

La Bucolica - l'Està - l'estate - Idillio III - DAFNI e il suo canto

 


Giovanni Meli

La Bucolica

L'Està - l'estate

IDILLIO III

DAFNI e il suo Canto

LA BUCOLICA di G. Meli INDICE PARTI


IDILIU III

Dafni (1)

 

Guidava lu pateticu so carru                                  Guidava il patetico suo carro

‘Ntra li gravi silenzi la Notti :                                  tra i gravi silenzi la Notte:

L'umbri abbrazzati a la gran matri antica            le ombre abbracciate alla gran madre antica

S'agnunavanu  friddi e taciturni                            si raccoglievano fredde e taciturne

Sutta li grutti e l'àrvuli; scanzannu                       sotto le grotte e gli alberi; scansando

Di la nascenti luna la chiaria.                                 della nascente luna il chiarore.

 

Di li murtali supra li palpebri                                 Sopra le palpebre dei mortali

Sidìa l'amicu sonnu; ed aggravava                       sedeva l’amico sonno; ed aggravava

Li sensi di suavi stupidizza,                                    i sensi di soave stupidità,

Mentri chi di balsamicu ristoru                            mentre che di balsamico ristoro

Lu riposu spargìa li membri stanchi,                   il riposo spargeva le membra stanche,

 

‘Ntra la profunda placida quieti                           nella profonda e placida quiete

Scutìa di tantu in tantu na campana                   scoteva di tanto in tanto una campana

Lu voi, chi ruminava ntra li grutti                        il bue, che ruminava tra le grotte

 L'ervi pasciuti a la vicina valli.                             l’erbe pasciute alla vicina valle.

 

Sulu, ohimè!  Lu riposu universali,                       Solo, ohime! Il riposo universale,

Tantu duci e graditu a cui rispira,                        tanto dolce e gradito a chi respira,

Dafni ritrova, chiù chi morti, amaru:                  Dafni ritrova, più della morte amaro:

Dafni gratu a li Musi, a lu cui cantu                    Dafni grato alle muse, al cui canto

Pani spissu affacciau da li ruvetti                        Pan spesso affacciò dai rovi

La testa, ed affilau l'acuti oricchi;                       la testa, ed affilò le acute orecchie;

Dafni, ohimè ! sulu vigghia, chi chiantata         Dafni, ohimè! solo veglia, che piantata

Avi in pettu la spina di l'amuri.                            ha in petto la spina dell’amore.

 

E cu li soi lamenti armunìusi                              E con i suoi lamenti armoniosi

Esercitava a pedi d'un cipressu                         esercitava a piede di un cipresso

L'Ecu, spiritu nudu,  chi va errannu                  l’Eco, spirito nudo, che va errando

Di grutta in grutta,  tra macigni e rocchi,        di grotta in grotta,  tra macigni e rocce,

Ch'impietusita a li soi peni amari                      che impietosita alle sue pene amare

Li ripeti fidili, e li tramanna                                li ripete fedele, e li tramanda

A li valli vicini in chisti accenti :                         alle valli vicine in questi accenti:

 

Dafni canta (2)

 

O bianca, lucidissima                  O bianca, lucidissima

Luna, chi senza velu                    Luna, che senza velo

Sulcannnu vai pri l'aria               solcando vai per  l’aria

Li campi di lu celu.                      i campi del cielo.

 

Tu dissipi li tenebri                  Tu dissipi le tenebre

Cu la serena facci,                    con il sereno volto,

Li stiddi impallidiscinu             le stelle impallidiscono

Appena chi tu affacci.              appena che tu affacci.

 

Li placidi silenzii,                    I placidi silenzi,

All'umidu to raggiu,               all’umido tuo raggio,

Di la natura pàrranu              della natura parlano

L'amabili linguaggiu.             l’amabile linguaggio.

 

A tia l'amanti teneru              A te l’amante tenero

Cu palpiti segreti                     con palpiti segreti

La dulurusa storia                   la dolorosa storia

Mestissimu ripeti.                   mestissimo ripete.

 

E mentri amari lagrimi            E mentre amare lagrime

La dogghia sua produci;          la doglia sua produce;

Tu spruzzi a la mestizia           tu spruzzi alla mestizia

Lu sentimentu duci.                 un sentimento dolce.

 

Quannu una negghia pallida           Quando una nebbia pallida

Ti vidi pri davanti,                             ti vedi per davanti,

Su li suspiri flebili                              sono i sospiri flebili

Di lu miu cori amanti.                       del mio cuore amante.

 

Pri mia la bedda, e splendida        Per me la bella, e splendida

Tua facci si sculura,                         tua faccia si scolora,

lu, iu, lu miserabili                           io, io, il miserabile

‘Ngramagghiu la natura.                rattristo la natura.

 

Pri mia li friddi vàusi                    Per me i freddi balzi

Supra l'alpestri munti                  sopra gli alpestri monti

D'orruri,  e di mestizia                 d’orrore, e di mestizia

Si coprinu la frunti.                      si coprono la fronte

 

Cu lamintusu strepitu                Con lamentoso strepito

L'acqui a lu miu duluri                le acque al mio dolore

Chiancennu, si sdirrupanu         piangendo, si precipitano

Dintra li vaddi oscuri.                  dentro le valli oscure.

 

Pri la pietà suspiranu                 Per la pietà sospirano

Di li mei crudi peni,                    delle mie crude pene,

Trimannu ntra li pampini,         tremando tra i pampini,

Li zefiretti ameni.                        gli zeffiretti ameni.

 

La notti malinconica                La notte malinconica

Si parti, o s'avvicina,                 se parte, o si avvicina,

Pietusa metti a chiòviri            pietosa mette a piovere

Lagrimi d'acquazzina.               lagrime di rugiada.

 

A lu dulenti esempiu             Al dolente esempio

Di l'alma mia rispunni           dell’anima mia risponde

Zefiru, luna, ed aria,              zefiro, luna ed aria,

Notti, macigni ed unni.         notte, macigni ed onde.

 

Ma l'unica insensibili,                  Ma l’unica insensibile,

Lu cori, ohimè ! chiù duru,          il cuore, ohimè! più duro,

È chidda pri cui spasimu;             è quella per cui spasimo;

E’  l'unica ch'aduru.                       l’unica che adoro.

 

Na rocca, un truncu, un rùvulu        Una rocca, un tronco, un rovere

Pri sorti mia fatali,                            per sorte mia fatale,

Pigghiau la bedda immagini            pigliò la bella immagine

Di donna senza eguali.                    di donna senza eguali.

 

Cun idda nun mi giuvanu             Con ella non mi giovano

Li chianti e li duluri;                        i pianti e i dolori;

Ne pozzu amuri esìgiri,                  ne posso amore esigere,

Pagannula d'amuri.                         pagandola d’amore.

 

Giacchì l'affetti inclinanu             Giacché gli affetti inclinano

A un insensatu oggettu,                ad un insensato oggetto,

O vaga Dia, di marmuru                o vaga Dea, di marmo

Fammi lu cori in pettu!                  fammi il cuore in petto!

 

Lu simili a lu simili                       Il simile al simile

Sempri natura unisci;                  sempre natura unisce;

Mmenzu a li duri vàusi               in mezzo ai duri balzi

Dura la quercia crisci.                 dura la quercia cresce.

 

Sta liggi inviulabili                       Questa legge inviolabile

Di l'ordini immortali                   degli ordini immortali

Sulu pri mia si limita?                  Solo per me si limita?

Pri mia nun è chiù tali?                Per me non è più tale?

 

O bianca Dia, rigòrdati;               O bianca Dea, ricordati;

Chi ntra li siivi erranti,                  che tra le selve errante,

D'un pastureddu amabili             di un pastorello amabile

Fusti tu ancora amanti. (3)          fosti tu ancora amanti.

 

E chi oziusu e inutili                  E che ozioso ed inutile

L'arcu pri tia si fici;                      l’arco per te si fece;

Ne l'Echi chiù ‘ntunavanu:         ne gli Echi più intonavano:

Diana cacciatrici.                         Diana cacciatrice.

 

Ne chiù li cervi e daini,             Ne più i cervi e daini,

Li toi livreri e bracchi,               i tuoi levrieri e bracchi,  

Lu rastu  sequitavanu                le tracce inseguivano

Tutti anelanti e stracchi.            tutti alenanti e stanchi.

 

Ma allegri festeggiavanu         Ma allegri festeggiavano

Di lu pasturi attornu;               al pastore attorno;

Quasi pri annunziariti               quasi per annunziarti

Lu gratu so ritornu.                   il grato suo ritorno.

 

Cu quantu to rammaricu        Con quanto rammarico

Juncèvati importuna               ti giungeva importuna

Chidd'ura di curreggiri             quell’ora di correggere

Lu carru di la luna!                    il carro della Luna!

 

Duvènnuti divìdiri                     Dovendoti dividere

Da la tua gioia estrema;          dalla tua gloria estrema;

Forsi t'avisti a pèntiri,           forse ti sei pentita,

D'essiri Dia suprema.            d’essere Dea suprema.

 

Cunsidira, cunsidira              Considera, considera

Da lu to cori, o Dia,               dal tuo cuore, o Dea,

Lu statu miserabili,                lo stato miserabile,

La cruda pena mia.                la cruda pena mia.

 

O casta, ma senzibili             O casta, ma sensibile

Ad una ciamma vera;            ad una fiamma vera;

Sentimi, accogghi l'umili       sentimi, accogli l’umile

Giustissima prighera.             giustissima preghiera.

 

Si mai gradita vittima           Si mai gradita vittima

L'alma devota offriu;           l’anima devota offrì;

O Dia, ddu cori mutaci,        o Dia, quel cuore mutaci,

O canciami lu miu.               o cambia il mio.

 

Dissi l'afflittu Dafni; e l'aspri trunchi       Disse l’afflitto Dafni; e gli aspri tronchi

Ntìsiru dintra, inzolitu trimuri;                  sentirono dentro, insolito tremore;

Scossi lu munti la ferrigna basi;                  scosse il monte la ferrigna base;

La terra di nov'umbri si copriu;                  la terra di nuove ombre si coprì;

L'umidu raggiu di la bianca luna                l’umido raggio della bianca luna

Ntisi d'iddu pietati, e impallidiu.                sentì  di lui pietà, ed impallidì.

 

1)      DAFNI – pastore della Sicilia è rappresentato dal Meli nel suo momento più tragico – la perdita del suo amore e la sua invocazione agli dei  - pertanto è da escludere che il Poeta intendeva riferirsi alla storia a lieto fine di Dafne e Cloe del romanzo ellenistico di Longo Sofista https://it.wikipedia.org/wiki/Longo_Sofista   

DAFNI di Meli – fa riferimento  alle linee generali della leggenda, quali risultano in massima da Diodoro Siculo. Dafni, figlio di Ermete, il dio delle greggi, e d'una ninfa, nasce in una magnifica valle dei monti Erei; la madre lo dà alla luce o lo espone in un boschetto di lauro, donde il nome. Cresciuto, egli diviene un pastore ricco di armenti di buoi, ch'egli pascola nelle più amene regioni della Sicilia. Nelle ore del pascolo egli s'allieta del suono della zampogna, appreso da Pan, del canto e delle canzoni bucoliche, da lui inventate. Bello com'è, egli è amato da esseri umani e divini: Pan, Priapo, le Ninfe, le Muse, Apollo, Artemide lo hanno caro: con Artemide corre i boschi rallegrandola del suo canto. -  Le differenze tra le varie versioni s'aggirano sulla morte di Dafni. Secondo la versione più antica, risalente, pare, a Stesicoro, Dafni, fatto adulto, ebbe l'amore della ninfa  Naide, che lo accecò per vendicarsi di un'infedeltà.  Per alcune fonti, l’accecamento di Dafni avviene per intervento di Hera (Giunone) madre di Naide.  Per qualche tempo Dafni confortò la sua sventura col canto e col suono, ma poi, in un momento di sconforto, si precipitò da una rupe. Ermete, il padre lo portò seco in cielo.  In parte la leggenda vuole che Dafni si trasformasse nella Rupe stessa che sovrasta Cefalù . Ecco qui di seguito due link  con riferimento ai luoghi di Cefalù.

https://catania.liveuniversity.it/2019/04/28/dafni-mito-sicilia-cefalu/

https://www.theworldofsicily.com/luoghi-di-interesse/cefalu/lavatoio-medievale-di-cafalu/

2)      Nella costruzione poetica di Meli, Dafni si rivolge alla Luna, alla Dea Artemide, e con il suo pianto la invoca a trasformare i suo cuore in (marmuru – pietra) pur di ricongiungersi con l’amata; e negli ultimi versi del canto Diana accoglie la sua preghiera.

3)      A questo punto del canto Dafni, ricorda ad Artemide che anche Lei era stata colpita di amore per Endimione (come già il poeta aveva trattato nel precedente canto di Tirsi).

LA BUCOLICA di G. Meli INDICE PARTI

Immagine di Cefalù sovrastata dalla sua Rupe

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