Giovanni Meli (l'Abbati)
Favole Morali
LX LU CARDUBULU E L'APA
LU CARDUBULU E L'APA IL
CALABRONE E L’APE
All'apa
lu cardubulu
All’ape il calabrone
Dissi:
“Eu ben discernu
disse: “Io ben discerno
In
vui talenti e industria, in voi talento e
industria,
Ma
schiavi di un governu. ma schiavi di un
governo.
Pri l'essiri
sensibili
Per l’essere sensibile
In
terra nun si dà in terra non si dà
Preggiu
maggiuri e nobili
pregio maggiore e nobile
Chiù di la
libertà. più della
libertà.
Li
liggi di ogni generi Le leggi di
ogni genere
Sù
cippi, sù catini; sono ceppi, sono catene;
O
mura, chi vi chiudinu o mura che vi
chiudono
tra
picciuli confini. tra
piccoli confini.
Tra
l'abbundanza triscanu (1) Nell’abbondanza scherzano
Pochi
chi sù a
la testa; pochi che sono
alla testa;
Soffrinu
tutti l'autri soffrono
tutti gli altri
Travagghi
e feria sesta.(2) fatiche e venerdì di
digiuno.
L'usu
vi fa soffribili
L’abitudine vi fa soffrire
Lu
jugu chi vi affliggi; il giogo che
vi affligge;
Ma
eu natu e avvezzu liberu ma io nato e avvezzo libero
Da
nuddu soffru liggi; da nessuno
soffro leggi.
Nun
àju cui mi sindica Non ho chi mi
sindaca
Li
gesti e l'azzioni,
i gesti e le azioni,
E
campu divirtennumi e vivo divertendomi
Senza
soggezioni.” senza
soggezioni.”
“Ma
chi durata cuntanu “Ma quale
durata contano
Sti
preggi toi vantati? questi
pregi tuoi vantati?
(Rispusi
l'apa), speddinu (Rispose l’ape),
finiscono
tra
un cursu di
un'estati.
nel corso di un’estate.
Appena
chi finiscinu Appena che
finiscono
In
terra ciuri e
frutti,
in terra fiori e frutti,
All'ultima
miseria all’ultima miseria
Vi
siti già
ridutti.
vi siete già ridotti.
Circati
li ricoveri
Cercate i ricoveri
Contra
di li jilati; contro
le gelate;
Ma
nenti ci sarvastivu,
ma niente vi avete salvato,
E
nenti ci truvati. e
niente vi trovate.
Vantativi
ora liberi! Vantatevi
ora liberi!
Nun
dura la bunazza; non dura la
bonaccia;
Vita
perciò precaria vita
perciò precaria
Àvi la vostra
razza.
ha la vostra razza.
Intornu
a lu discreditu Intorno al discredito
Datu
a la società, dato alla
società,
Provu
ch'in idda trovasi provo che in essa
trovasi
La
vera libertà. la
vera libertà.
La
tua è licenza, è un viviri
La tua licenza, è un vivere
Da
latru e da sarvaggiu, da ladro e da
selvaggio.
In
preda a li disordini in preda ai
disordini
E
a lu libertinaggiu. e al
libertinaggio.
Ma
in essiri chiù nobili, Ma in esseri più
nobili,
Capaci
di cultura,
capaci di cultura,
La
societati è un meritu la società è un merito
Chi
li gran specii onùra.
che la gran specie onora.
Cui
chiù la
liggi venera
Chi più la legge venera
Chist’è
liberu chiui;
questo è di più libero;
La
liggi è partu propriu,
la legge è parto proprio
Dunca obbidemu a
nui. dunque
obbediamo a noi.
Né
pirchì fatta trovasi Né perché trovasi fatta
Nesci da sti confini; esce da
questi confini;
L'àvuli, chi la
ficiru, gli avi, che la fecero,
Ni
avianu tra
li rini.(3)
ne avevano tra le reni.
E
si li nostri vizii E
se i nostri vizi
'Ni
soffrinu disaggiu, ne soffrono
disagio,
È
pocu sagrifiziu
è poco sacrificio
Riguardu
a lu vantaggiu.
riguardo al vantaggio.
Di
nui si in ogni singula
Da noi se in ogni singola
La
forza è poca o nenti,
la forza è poca o niente,
La
liggi, la cuncordia la
legge, la concordia
La
rendinu imponenti.
la rendono imponente.
Cu
tanti onuri e commodi, Con tanti onori e
comodi,
Chi
vidi a pochi dati,
che
vedi a pochi dati,
Li
gran sollecitudini
la grande sollecitudine
Su
appena compensati.
è appena compensata.
Si
ossequia l'individuu,
Si ossequia l’individuo
Chi
sedi da regnanti,
che siede da regnante,
Sta
di la leggi in guardia,
sta della legge in guardia,
E
n'è rappresentanti. e ne è
rappresentante.
Chistu a lu beni, all'ordini Questo al bene,
all’ordine
Vigghia,
providi, e occurri;
veglia, provvede, e occorre;
Premia
lu veru meritu,
premia il vero merito,
E
a miseri succurri. e i miseri soccorre.
Chist’è
di menti savii
Questa è di menti sagge
La
vera libertati, la vera
libertà,
Qualunqu’autra è deliriu qualunque altra è
delirio
Di
testi scavigghiati.
di teste disordinate.
Si
di lu beni
publicu
Se del bene pubblico
Si
perdi in
nui l'idia, si perde in
noi l’idea,
O
casa di diavulu, o casa di
diavolo
O
chiamala anarchia.” (4)
o chiamala anarchia.”
Note
1)
Triscari
= scherzare lascivamente.
2)
Feria
sesta Nell’uso ecclesiastico, feria è il nome che si dà ai giorni
della settimana, esclusi
il sabato (che ha conservato il nome d’origine ebraica)
e la domenica,
distinguendoli con un numero progressivo, dal lunedì (f. seconda)
al venerdì compreso (f. sesta), allo scopo di evitare di designare tali
giorni con il
nome di divinità pagane.
Quindi qui si intende il venerdì, feria sesta, come giorno di
di privazioni e
di digiuno.
3)
Ne
avevano tra le reni, veniamo dallo stesso corpo degli avi. Le leggi stabilite
dai costumi e
dagli usi degli avi è come se venissero da noi stessi.
4)
Meli contemporaneo in Sicilia della Rivoluzione
francese fu critico dei suoi eccessi;
pure essendo
partecipe delle spinte innovative del pensiero illuminista vide
nel giacobinismo francese pericoli per la tenuta sociale. La favola, per il suo contenuto
va collocata nel
periodo storico in cui viveva il Meli; contiene però una riflessione
su un problema generale: il conflitto tra libertà individuali e leggi della società
per tutelare l’ordine sociale e il benessere economico sociale; Meli parteggia, in
questa favola, per l’ape per una libertà regolata da leggi.
Immagine
– rivoltosi francesi in festa da:
tre libri su Giovanni Meli
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