Mostrare di poter vantare amicizie molto in alto a volte è un modo furbo per approfittare
del popolo credulone;
ma spesso è la prerogativa degli asini.
Nella XII Favola Morale
Giovanni Meli
narra di come un Asino
per un certo tempo fu creduto
amico del Leone
LU
LIUNI, LU SCECCU ED AUTRI ANIMALI IL
LEONE, L’ASINO ED ALTRI ANIMALI
Un
liuni un sceccu vitti, Un leone
un asino vide,
Chi
pascia tra la gramigna, che pascolava
tra la gramigna,
Lu
squatrau, ma nun lu critti lo osservò, ma
non lo credette
Una
preda d'iddu digna. una preda
di lui degna.
Nonostanti
si ci accosta
Nonostante ci si accosta
Pri
truvarsi un'ammucciagghia, per trovare a
nascondersi,
Stanti
chi facia la posta stante
che faceva la posta
Ad
un ursu di gran vagghia. ad un orso di
grande stazza.
Trema
l'asinu e si annicchia Trema l’asino e
si rannicchia
In
vidirlu avvicinari;
nel vederlo avvicinare;
Iddu
pàrracci a
l'oricchia
lui gli parla all’orecchia
E
ci dici: 'Un ti scantari; e gli
dice: Non ti spaventare;
Statti
firmu avanti a mia, statti fermo
davanti a me,
Ch'eu
ti guardu d'ogni tortu. ch’io ti guardo
da ogni torto.
Ddu
animali si cantìa,
Quell’animale si
spaventa,
Pri
lu scantu è menzu mortu. per la paura è
mezzo morto.
Puru
fa quantu ci dici Eppure
fa quanto gli dice
Pirchì
sbàttiri 'un pò chiui, (1) perché non ha altra
scelta, (1)
Cussì
stannu comu amici, così stanno
come amici,
Stritti
e 'ncutti tutti
dui.
stretti e vicini tutti e due.
Lu
liuni già in distanza Il leone
già a distanza
Scopri
l'ursu, chi si affaccia, scopre l’orso,
che si affaccia,
E
ad un sàutu si
sbalanza,
e ad un salto si slancia,
Curri
a dàricci la
caccia.
corre a darci la caccia.
L'animali,
sin di allura Gli
animali, sin d’allora
Chi
lu Re tra
ddi cuntrati
che il Re tra quelle contrade
Era
apparsu, pri paura era
apparso, per paura
Tutti
si eranu 'ntanati, tutti
si erano rintanati,
Ed
avennu cu esattizza e
avendo con esattezza
Da
l'ingagghi taliatu
dalle fenditure guardato
L'amicizia
e la 'ncuttizza l’amicizia
e la strettezza
Chi
a lu sceccu avia accurdatu, che all’asino aveva
accordato,
Incomincianu
a guardarlu
incominciano a guardarlo
Per
un grossu personaggiu, per un grosso
personaggio,
Onorarlu,
ossequiarlu, onorarlo, ossequiarlo,
Ed
a fàricci anchi
omaggiu. ed
a fargli anche omaggio.
A
lu signu chi dd'armali, Al punto
che quell’animale,
Pri
li tanti vampaciusci, (2) per i tanti splendori, (2)
Si
è scurdatu quantu vali, si è
scordato quanto vale,
Chiù se stissu nun
conusci.
più se stesso non conosce.
S'ingannaru,
ed iddu ed iddi, S’ingannarono essi ed esso,
Chi
applicaru a lu liuni che
applicarono al leone
Ddi
viduti picciriddi,
quelle vedute di bambini,
Chi
a lu vulgu su’ comuni. (3) che al volgo sono comuni.
(3)
Cu'
è politicu
li miri
Chi è politico le mire
Chiusi
l'à cu chiavi e toppi (4)
chiuse le ha con chiavi e
serrature (4)
E
pri 'un farli travidiri e per
non farle intravedere
Batti
aremi e joca coppi. (5) batte ori e gioca a
coppe. (5)
Note
1) Pirchì sbàttiri 'un pò chiui =
perché sbattere non può più talmente sta stretto e non ha altra
scelta. In siciliano è diffuso il modo di
dire: nun ’avi unni iri a sbattiri.
2) Vampaciusci = fuscelli secchi e facili a
prendere fuoco, qui usato come splendori senza realtà.
3) a lu vulgu su’ comuni
= comuni al popolo credulone, e qui usa
espressamente volgo il senso
dispregiativo.
4) cu chiavi e toppi = con chiavi e serrature. Le sue
mire il politico arguto le tiene ben nascoste.
5) Batti aremi e joca coppi =
batte ori e gioca a coppe, in siciliano è un modo di dire
del
bleffare al gioco, mostrare di avere carte buone ma in realtà avere ben poco.
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