Giovanni Meli (l'Abbati)
Favole Morali
LXIX - LI CRASTI, L'API
E LU PARPAGGHIUNI
LI CRASTI, L'API E LU PARPAGGHIUNI I PECORONI, LE API E IL FARFALLONE
Diversi
crasti a forza di curnati
Diversi caproni a forza di cornate
Un
gran fasceddu fracassaru
d'api, un grande alveare
fracassarono d’api,
E
lu meli e li vrischi sprannuzzati
e il miele e i favi frantumati
Si
persiru tra
vrocculi, acci e
rapi. si persero tra
broccoli, sedani e rape.
Vidennu
farni sta mala-vinditta
Vedendo farne questa devastazione
L'apuzzi si
chiancevanu la sditta. le apucce piangevano la disgrazia.
Un
parpagghiuni dissi: Nun è nenti;
Un farfallone disse: “Non è niente;
Fabbricamuli
arreri, l'opra mia
fabbrichiamoli di nuovo, l’opera mia
Jeu
puru mittirò,
stati cuntenti. io pure metterò, state contente.”
Rispusir'iddi:
Va’ pri la tua via; Risposero loro: “Vai per la tua via;
Qualunqui
bestia è bona pri guastari, qualunque
bestia è buona per guastare,
Ma
nun è poi di tutti lu cunzari.”(1)
ma non è poi di tutti il ricostruire.”
Note
1) Cunzari, riparare, ricostruire, ha anche il significato di condire o acconciare.
QUESTA FAVOLA CON IL NUMERO D'ORDINE LXIX E' L'ULTIMA DELLE
FAVOLE MORALI INSERITE NELLA EDIZIONE DEL 1814 CURATA IN
VITA DALLO STESSO GIOVANNI MELI - Volume VII - Edizione Interollo Palermo
Immagine
macerie di guerra da:
tre libri su Giovanni Meli
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