Cosa fa l'usuraio: presta e poi....
In questa favola Giovanni Meli fa dire
ad Esopo le qualità dell'usuraio
XVII - ESOPU E L'OCEDDU
LINGUA-LONGA
ESOPU E L'OCEDDU LINGUA-LONGA ESOPO E L’UCCELLO LINGUA-LUNGA
Vidi Esopu in terra stisu Vide Esopo in terra steso
Un oceddu; ma si accorgi (1) un uccello; ma si accorge (1)
Chi per arti ci sta misu; che per arte ci sta messo;
Una lunga lingua sporgi una lunga lingua sporge
Da lu beccu, chi la lassa dal becco, che la lascia
A l'arbitriu di cui passa. all’arbitrio di chi passa.
Ed infatti china tutta Ed infatti piena tutta
Di furmiculi già era: di formiche già era:
Licca ogn’una, ma poi scutta lecca ognuna, ma poi sconta
La sua detta tutta intera, il suo debito tutto intero,
Chi la lingua in ritirarisi perché la lingua nel ritirarsi
Veni tutti ad ammuccarisi. viene tutte ad inghiottirsi.
Ridi Esopu, e dici: Or iu Ride Esopo, e dice: Or io
Differenza né divariu differenza né divario
Nuddu affattu ci nni viu niente affatto ce ne vedo
tra st'oceddu e l'usurariu: tra quest’uccello e l’usuraio:
'Mpresta, e poi cu usuri e frutti presta, e poi con usura e interessi
Tuttu agghiommara ed agghiutti. tutto raccoglie ed inghiotte.
Nota
1) Per l’uccello dalla lingua lunga, nella nota alla edizione del 1814, si fa esplicito cenno
al picchio rosso maggiore Picos major Linn. (ove per Lin. si intende la classificazione
generale di Linneo). In questa favola Meli usa la qualità di osservazione di Esopo,
che scorge nel comportamento dell’uccello un deplorevole comportamento umano.
Immagine - Picchio rosso maggiore
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