particolarmente odiosa
e Meli
l’ha voluta stigmatizzare
con due favole:
la V e a VI delle sue Favole morali.
Nella prima
descrive
il compassionevole e l’ingrato;
nella successiva,
la punizione dell’ingrato
ad opera del Cielo.
LU SURCI E LU RIZZU IL TOPO
E IL RICCIO
Facia
friddu, ed un surci 'ngriddutizzu
Faceva freddo, ed un topo intirizzito
Mentri
sta tra la tana 'ncrafucchiatu, mentre sta nella tana ben riparato,
Senti
a la porta lamintari un rizzu,
sente alla porta lamentare un riccio
Chi
ci dumanna alloggiu, umiliatu:
che gli domanda umiliato alloggio:
Jeu,
dici, 'un vogghiu
lettu, né capizzu; Io,
dice, non voglio letto, né capezzale;
Mi
cuntentu di un angulu, o di un latu,
mi contento di un angolo, o di un lato,
O
mi mettu a li pedi 'mpizzu 'mpizzu,
o mi metto ai piedi proprio alla sponda,
Basta
chi sia da l'aria riparatu. basta che sia
dall’aria riparato.
Lu
surci era bon cori e spissu tocca
Il sorcio era di buon cuore e spesso tocca
A
li bon cori agghiuttiri cutugna; (1)
ai buoni cuori inghiottire bocconi amari; (1)
Su’
assai l'ingrati chi scuva la ciocca!(2) sono tanti gli ingrati che fa nascere la chioccia! (2)
Trasi lu rizzu, e
tantu si c'incugna Entra
il riccio, e tanto si ci avvicina
Chi
pri li spini lu surci tarocca, che per le spine il sorcio
bestemmia,
E
dispiratu da la tana scugna: e disperato dalla tana
scappa:
E
dicchiù lu
rampugna
e di più lo redarguisce
L'usurpaturi,
e jia gridannu
ancora: l’usurpatore, e
andava gridando ancora:
Cui
punciri si
senti nescia fora. chi pungere si sente
esca fuori.
1 - agghiuttiri
cutugna = inghiottire mele cotogne – modo di dire siciliano per inghiottire
bocconi amari. Le mele cotogne si
caratterizzano per la particolare asprezza.
2
-
scuva la ciocca = la gallina chioccia dopo avere covato le uova,
scova aiutando i
pulcini
a uscire fuori dalle cocce delle uova.
VI - SEGUITA LU STISSU SUGGETTU
Seguta
la vicenda del Riccio ingrato. Il Cielo trova odiosi gli ingrati e mal compensa
le loro azioni.
SEGUITA
LU STISSU SUGGETTU
SEGUITA LO STESSO SOGGETTO
Ma
lu rìzzu pagau la penitenza, Ma il riccio pagò
la penitenza,
Pirchì
lu celu teni la valanza, perché il
cielo tiene la bilancia,
E
boni e mali azioni cumpenza e buone e cattive
azioni compensa
Cu
l'estrema esattizza e vigilanza. con estrema esattezza e
vigilanza.
‘N'omu,
ch'avia ddà 'ncostu la dispenza, Un uomo, che aveva attenzione alla dispensa,
S'era
addunatu di
qualchi mancanza si
era accorto di qualche mancanza
Di
lu lardu e caciu, e misu in avirtenza di lardo e cacio, e messo in
avviso
Vitti lu surci
fuiri in
distanza. vide il sorcio scappare in distanza.
L'aveva
assicutatu, ma nun potti
L’aveva inseguito, ma non potè
Jùncirlu,
chi pigghiatu avìa
la tana,
raggiungerlo, che pigliato aveva la tana,
D'unni lu rizzu lu
spustau la notti;
da dove il riccio lo spostò la notte;
M’appena
l'alba in orienti acchiana,
ma appena l’alba da oriente sorge,
Va
cu petri e quacina, e a quattru botti va con pietre e calce, e
subito
(Cridennu
dari a lu surci 'mmattana) (1)
(credendo dare al sorcio morte) (1)
Attuppa,
mura e 'nchiana chiude,
mura e appiana
Lu
pirtusu chi
ad iddu era nocivu,
il buco che a lui era nocivo,
E
fu lu rizzu sippillutu vivu. e fu il
riccio seppellito vivo.
Cirnennu
ora lu crivu: (2)
Arrivando alla conclusione: (2)
Paga
d'ingratitudini la detta paga per
l’ingratitudine il debito
L'ingratu,
e cui fa
beni, beni aspetta.
l’ingrato, e chi fa bene, bene aspetta.
Note
1
Nella edizione del 1814 fu inserita questa favola con la numerazione VI (sesta)
e con il
titolo Seguita
lu stissu suggettu - Nella edizione
del 1914, Alfano riportò anche
un diverso abbozzo di questa seconda parte che il Meli abbandonò;
qui ci si limita a
riportare
questa versione finale espressamente
scelta dal Meli come definitiva.
2 'mmattana = tormento. Qui vale come
morte.
3 crivu = it. crivo; grosso setaccio che
anticamente i contadini usavano per separare la paglia
dal grano;
cernere o vagliare con il crivo era l’atto finale, la conclusione dopo tanta fatica
per arrivare al grano ben pulito.
tre libri su Giovanni Meli
L'ORIGINI DI LU MUNNU - Poema ironico sull’origine del mondo di Giovanni Meli l'Abate - In Siciliano e traduzione in Italiano a fronte - Nella originale edizione del 1814 curata dallo stesso Poeta, con le ottave postume ritrovate da Agostino Gallo, con tutte le note filosofiche dello stesso Giovanni Meli, con le note di traduzione delle più difficili parole siciliane, con le note biografiche su Meli e su come nacque questa straordinaria opera, con un disegno di Giove creatore di Dafne Zaffuto - € 12,00 pag. 150 ordinabile tramite I BUONI CUGINI EDITORI
In occasione del bicentenario di Giovanni Meli 1815 – 2015 - In un solo volume:
il romanzo "L'Abate Meli" di Luigi Natoli
"Giovanni Meli – Studio critico" di Luigi Natoli
tutte le poesie che Luigi Natoli inserì nel trattato "Musa siciliana".
E in Appendice tante poesie di Giovanni Meli con testo italiano a fronte a cura di Francesco Zaffuto.
Il volume di 730 pagine al prezzo di € 25,00 – può essere richiesto alla casa editrice
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L’ACEDDI
il libro con le favole di Giovanni Meli sugli uccelli – poesie siciliane con traduzione in italiano a fronte di Francesco Zaffuto - pag. 103 - € 10,00 - ordinabile direttamente alla casa editrice al
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